Sms dal canale ufficiale della banca, poi il tentativo di estorcere info al telefono: “Truffa ben strutturata”

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“Ieri sono stato vittima di una tentata frode informatica”. Inizia così un post pubblicato sui social da Antonio Curci: professore dell’Istituto tecnico tecnologico Panetti Pitagora di Bari, insegnante molto noto in città per aver formato più generazioni di giovani informatici e ‘Nobel dell’insegnamento’ a settembre in quanto vincitore dell’ambito premio internazionale Global Teacher Award 2021.

La lezione del prof, in questo caso, non è dedicata solo ai suoi alunni. Il tema è quello degli sms-truffa, già affrontato nelle versioni del ‘pacco bloccato’ e delle ‘carte bloccate’, ma la versione specifica è ancora più strutturata. L’sms, infatti, arriva direttamente dal canale ufficiale della banca: quello che, in caso di prelievo allo sportello, informa l’utente dell’avvenuta operazione. “Il nostro ufficio sicurezza ha appena sospeso il pagamento di euro 199,99 effettuato con la sua carta, se non è stata richiesta da lei questa operazione di pagamento la invitiamo a contattare il numero…”. Non un link da cliccare, quindi, ma un numero da chiamare.

“Mi è arrivato un sms dal canale di messaggistica ufficiale della mia banca, quello che la banca usa per notificarmi l’esito delle operazioni legate al mio conto corrente – sottolinea Curci a Telebari -. Il messaggio è quello della foto che ho pubblicato sui social. Ho telefonato e ha risposto un distinto signore, fingendosi un addetto alla sicurezza della banca. Sono un insegnante di informatica, ma ci sono quasi cascato. Un pensionato, ne sono certo, non avrebbe avuto alcun dubbio e sarebbe caduto nel tranello con tutte le scarpe”.

“Di fatto – spiega l’esperto – questi criminali sono riusciti a inserirsi nel flusso informativo ufficiale della banca. Poi comprando info dal dark web, parte oscura della rete in cui si vendono informazioni sensibili, sono riusciti a ottenere i miei dati anagrafici e le prime quattro cifre della mia carta. Nella primissima parte della telefonata il truffatore me le ha elencate, dando ancora più credibilità alla circostanza, chiedendomi poi le altre. Gliele ho date, ero arciconvinto fosse chi diceva di essere. A questo punto mi ha chiesto di girare la scheda e di fornirgli il CVV, che è un codice di sicurezza, composto da tre cifre, presente sul retro della carta”.

“A questa richiesta mi sono insospettito, rifiutandomi di dargli ulteriori informazioni – racconta Curci -. Lui ha immediatamente interrotto la comunicazione, io ho chiamato il numero ufficiale della banca e ho subito bloccato il bancomat. Poi, dopo un passaggio in filiale, ho presentato regolare denuncia ai carabinieri. Sappiate – conclude il docente – che nessun impiegato di banca, via telefono o altri mezzi telematici, è autorizzato a chiedervi i dati sensibili della carta bancomat o di credito. Possono chiedervi al limite il codice fiscale. State attenti: se vi dovesse capitare, sappiate che è una truffa ai vostri danni”.


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