I tagli, i tantissimi reclami dell’utenza locale, la rabbia per servizi ridimensionati che funzionavano bene. C’era tutto questo e molto altro nella manifestazione andata in scena questa mattina, 10 dicembre, davanti all’ex Ospedale e poi Punto di Primo Intervento di Bitonto. Una comunità di 60mila persone chiede rispetto alla Regione Puglia ed al Governatore, Michele Emiliano, secondo i manifestanti primo responsabile di una situazione divenuta insostenibile.
La manifestazione è stata indetta dal centrodestra ed ha visto Domenico Damascelli, ex consigliere regionale, oggi consigliere comunale e leader delle opposizioni cittadine, quale portavoce del disagio di tantissimi cittadini e cittadine. Con lui non solo i partiti di quell’area politica, ma anche alcuni esponenti di movimenti e partiti della sinistra. Assente l’amministrazione comunale guidata da Francesco Paolo Ricci, anch’egli finito sul banco degli imputati per un atteggiamento considerato “morbido” nei confronti di Emiliano e dei suoi.
LE RIVENDICAZIONI
Il documento maturato sin dai giorni scorsi punta su alcuni interventi da operare in maniera celere per evitare ulteriori disagi ad una utenza “vessata” in questi anni. “Chi tace oggi è consapevolmente complice di questa situazione – hanno più volte rimarcato i manifestanti – noi vogliamo che in questa città i servizi sanitari siano offerti in modo adeguato, affinché siano garantiti livelli essenziali di assistenza e sia tutelato il diritto alla salute”.
Il centrodestra bitontino e tutti gli aderenti alla manifestazione di questa mattina, personale sanitario compreso, chiedono in primis la cancellazione del provvedimento di chiusura del Punto di Primo Intervento. Fondamentale secondo i manifestanti sarebbe la presenza di un’ambulanza medicalizzata e la riapertura dell’Unità di degenza territoriale. L’obiettivo è giungere alla riconversione dell’ex nosocomio bitontino in Ospedale di Comunità, una scelta che ridarebbe ai cittadini la possibilità di curarsi in loco, senza più spostamenti in altri comuni, e l’istituzione di un ambulatorio infermieristico per emergenze di minore entità. Durante queste giornate di mobilitazione è anche emersa la necessità di maggiore sicurezza e quindi vigilanza all’interno degli ambienti dell’immobile di via Comez, ormai preda di vandali nelle ore notturne.
Infine un allarme lanciato dai genitori: è fondamentale che a Bitonto resti la Neuropsichiatria Infantile e che il personale possa finalmente operare in ambienti adeguati ed ampliati. Per questo motivo sarà proprio Domenico Damascelli, lunedì 12 dicembre, ad incontrare i vertici regionali. Bitonto chiede di essere ascoltata, ben oltre gli schieramenti politici, per il sacrosanto diritto alle cure sul territorio comunale ormai negato da anni.