L’Humanity 1 a Bari, donna incinta violentata più volte. Monsignor Satriano: “Grande sofferenza”

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Sono cominciate le operazioni di sbarco dei 261 migranti giunti stamattina a bordo della Humanity1 a Bari (qui la notizia). Una delle tre donne incinte che si trovano a bordo della nave sarebbe stata violentata per sette volte. Un’altra donna ha subito la amputazione di un pezzo di orecchio, mentre un’altra ha segni di violenze sul seno. È quanto si apprende sul posto da fonti della Asl di Bari che hanno parlato con l’equipaggio.

Tra i racconti c’è quello di Bianca, psicologa a bordo dell’Humanity 1. “Gli ospiti della nave avevano subito differenti torture e abusi sessuali. Gli abusi sessuali sono stati perpetrati anche nei confronti degli uomini, sia mediante abusi di branco sia mediante strumentazioni tra cui armi da fuoco, soltanto per la volontà di degradare il concetto di umanità, di togliere la dignità di essere umano. Al momento le persone che hanno richiesto “una ospedalizzazione sono otto tra cui un epilettico, due persone con emicrania, e le tre donne incinte”.

Parla anche Maria, una delle infermiere della Humanity1. “Le condizioni mediche delle persone a bordo sono terribili – ha detto – non so come descriverle. Sono tutte persone passate dalla Libia, tutte con segni di tortura. Segni di coltello ovunque, segni di bruciature di sigarette, costole rotte dalle continue percosse. Abbiamo avuto anche casi di malnutrizione e disidratazione perché nelle carceri in Libia queste persone sono trattate in modo disumano, lasciate giorni e giorni senza acqua e cibo. Molte persone abbiamo dovuto idratarle per via endovenosa”.

Al porto è arrivato anche monsignor Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto. “La situazione è di grande sofferenza e povertà. Però a questa situazione di dolore si contrappone una accoglienza e una organizzazione tra le varie realtà e istituzioni che è meravigliosa”.

“Dobbiamo essere orgogliosi e fieri – ha detto ancora Satriano – perché ancora una volta la città di Bari dà prova di grande capacità di apertura e di grande cordialità ma anche di tanta professionalità perché le varie realtà presenti, protezione civile, croce rossa, Caritas e tutte le istituzioni sono qui a vivere questo momento molto difficile e molto delicato, perché ha a che fare con la vita e con la storia di tante persone che non conosciamo ma che vengono da situazioni di grande fatica e sofferenza”.


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