In sottofondo le sirene delle ambulanze, dall’altra parte del telefono la voce gentile di una dottoressa che dopo aver dato qualche informazione si congeda così: “Le sente? Stanno arrivando, ora la devo lasciare”. Il Pronto soccorso del Policlinico si è attrezzato per l’accoglienza dei migranti della nave Humanity 1, arrivata questa mattina a Bari con a bordo 261 persone (qui la notizia).
Tra loro, anche persone con evidenti segni di tortura, tra cui ustioni dovute alla miscela di benzina e acqua salata, e donne che hanno subito abusi sessuali. Anche una ragazza incinta, che sarebbe stata violentata per ben sette volte (qui il racconto). Altri hanno disturbi da stress post traumatico. Per prestare loro le cure del caso, tra le altre cose, all’interno del Pronto soccorso sono state sistemate una serie di brande.
“Un’emergenza nell’emergenza – scrive in una nota Saverio Andreula, presidente dell’Ordine Professioni Infermieristiche Bari – per un Pronto Soccorso che da tempo è alle prese con volumi prestazionali ‘assurdi’ superati solo grazie alla elevata professionalità del personale sanitario, con in prima linea gli infermieri”.
“Approfittiamo dell’occasione – prosegue quindi Andreula – per raccomandare ai cittadini baresi che si rivolgono al Pronto soccorso di avere rispetto del personale in servizio e di comprendere che eventuali ritardi alla loro presa in carico, oggi più che mai, è causa di fattori contingenti non addebitabili alla volontà dei sanitari”.