“Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco
verso il paese dov’è gioia e quiete.
Forse, ben presto anch’io dovrò raccogliere le mie spoglie mortali per il viaggio”.
Scriveva così, sul suo profilo Facebook, per salutare Sinisa Mihajlovic: e quel viaggio ora lo ha intrapreso anche lui, solo poche ore fa, Alessio Viola. Tra le penne più belle del giornalismo, tra le ironie più spiccate, tra le culture più ricercate.
Non le solite parole di circostanza che si riservano a chi non c’è più, ma i tratti caratteristici di chi c’è, anche se nel ricordo di noi colleghi. Noi, che facevamo a gara per averlo in studio, per godere delle sue analisi, per offrire ai telespettatori commenti di qualità e mai scontati, e per imparare sempre qualcosa.
Alessio Viola si è spento dopo una lunga malattia. Scrittore, giornalista, editorialista. Operaio, sindacalista, sportivo. Una vita vissuta per davvero, anche nella malattia, diventata non fardello ma nuovo punto di vista, nuova prospettiva, nuova battaglia a difesa della gente. “Come tutti noi che ci prepariamo”, aveva scritto sui social: la preparazione di un viaggio dal bagaglio leggero, il bagaglio di chi non ha lasciato nulla di non vissuto, il bagaglio di chi ha lasciato tanto a chi resta. Ciao Alessio. Tutta la redazione di Telebari si stringe attorno alla tua famiglia.