Il presidente dell’associazione spiega che purtroppo alcuni senzatetto non vengono accettati per la notte. Ma servono interventi mirati
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“Le persone sotto effetto di alcol non sono accettate nei dormitori di Bari”. Lo spiega il presidente dell’associazione di volontariato ‘Incontra’, che da dieci anni opera sul territorio per l’assistenza ai senza fissa dimora, interpellato dall’ANSA dopo la morte di un clochard la scorsa notte nei pressi dell’Ateneo di Bari, probabilmente a causa del freddo, o forse perché affetto da una patologia. Il corpo dell’uomo è stato trovato questa mattina nei pressi dell’Ateneo.
Macina evidenzia che i senza fissa dimora “possono avere patologie che, proprio a causa della loro condizione di vita, avanzano molto velocemente”. Così come l’effetto di alcol varia su chi ha determinati problemi: “È chiaro – dice Macina – che due bicchieri di vino sono come due bottiglie di vodka per una persona che ha, ad esempio, la cirrosi epatica”. Inoltre Macina denuncia che il Pronto intervento sociale (Pis), quando “lo chiamiamo perché ci sono persone che vivono per strada, risponde che dobbiamo accompagnare noi il senza fissa dimora ai dormitori, oppure la persona deve andarci da solo. Sempre che questa non sia sotto effetto di alcol”.
Spesso, ricorda il presidente di Incontra, “mi sono caricato in macchina persone, a volte con la scabbia, con il rischio che queste mi denunciassero per sequestro di persona”. Per Macina bisogna smettere di chiedere ai clochard ‘vuoi venire al dormitorio?'”. Perché, spiega, “molti rispondono di no ma non si rendono neppure conto di dove si trovano in quel momento”. Macina ricorda un episodio di un clochard che era ricoverato: dopo alcuni giorni gli fu chiesto se volesse andare in ospedale, dove già si trovava, e questi, nel letto del nosocomio, rispose “no, sto bene dove sto”. Macina ritiene che serva in molto casi “un intervento coatto: il Pis dovrebbe dotarsi di uno psicologo che certifichi quando la persona non è in grado di intendere e di volere”. “Ma se chi è sotto effetto di alcol non è accettato nei dormitori – rimarca – il problema rimane”. Infine Macina ricorda che a Bari ci sono circa “500 senza fissa dimora, italiani e stranieri, che hanno bisogno di assistenza: la situazione dell’accoglienza sta cambiando – conclude – ma bisogna fare di più”.
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