Coronavirus, 5 punti per riaprire l’Italia: proposta scientifica del gruppo di lavoro che coinvolge Burioni, Lopalco e Anelli

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Una proposta scientifica in 5 punti per riaprire l’Italia. Passaggi necessari per gestire in modo sicuro la transizione dalla fase pandemica a quella endemica. A redigere il documento, pubblicato da Medical Facts di Roberto Burioni, un gruppo di esperti: tra questi anche Pier Luigi Lopalco, l’epidemiologo che guida la task force pugliese, e Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e dell’Ordine di Bari.

La questione è come gestire il periodo forzato di convivenza con il coronavirus in attesa che sia somministrabile sulla popolazione un vaccino – in tanti dicono non prima del 2021 – o che sia individuata una cura efficace tra quelle già esistenti. Va detto innanzitutto che sono tre i fattori che influiscono sulla tempistica di questo passaggio: rispetto delle misure di distanziamento sociale, immunità naturale dei soggetti già colpiti e stagionalità dei virus respiratori. Tutti aspetti i cui sviluppi non sono ancora ben definiti. Su quali possano essere, dunque, le strategie sanitarie a medio-lungo termine, cioè una volta registrate almeno due-tre settimane di trend stabile verso un numero molto basso di contagi e morti, la proposta è molto chiara.

Si basa principalmente sulla creazione di una struttura di monitoraggio flessibile sia dell’infezione che della malattia che ne consegue. Una struttura che abbia:

1) capacità e risorse per eseguire un altissimo numero di test sia virologici che sierologici nella popolazione asintomatica;

2) una cabina centrale potenziata presso l’Istituto Superiore di Sanità in grado analizzare tempestivamente i dati dalle varie regioni;

3) un rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica per rilevare precocemente possibili focolai;

4) gli strumenti legali per consentire alle autorità di prendere provvedimenti laddove vi siano segnali di ritorno del virus, eventualmente anche con l’ausilio della tecnologia con app e sistemi di tracciamento della posizione e intervenendo sull’organizzazione delle strutture sanitarie;

5)  e infine una strategia comunicativa concordata con gli organi di informazione per tenere al corrente i cittadini mettendoli al riparo dalle fake news.

Un percorso epidemiologico e virologico che lo stesso gruppo di esperti giudica certamente molto oneroso da un punto di vista economico e che dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico. Nella speranza che subito dopo si possa ritrovare una normalità vera senza nuove frenate lungo il tragitto.


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