Nei primi tre mesi del 2020, prima della pandemia del Covid-19, il numero di imprese e di addetti pugliesi è aumentato di 120 unità rispetto allo stesso periodo del 2019. In Puglia si contano infatti 379.610 aziende che danno da lavorare a 1.143.018 persone. Il Sismografo di Unioncamere Puglia, dal 30 marzo al 22 aprile, diffondendo gli studi dettagliati sui settori Turismo, Food, Commercio, Meccatronica, Costruzioni, Legno-arredo e Moda ha voluto fotografare l’economia della regione “ante Coronavirus” per poi – nei mesi che verranno – fare i raffronti con la situazione nel “post-Coronavirus”.
Ma come quanto impatterà il Covid-19 sull’economia pugliese? Le previsioni non sono buone. In base al modello previsionale del “Sismografo di Unioncamere Puglia” a fine 2021 nella regione si registreranno 20mila imprese in meno, con una perdita di 69mila posti di lavoro. Lo stock di imprese, considerando la natimortalità prevista, al 31/12/2021 scenderà a 359mila. Aumenteranno anche le procedure concorsuali (31mila) e le liquidazioni (71mila), un dato che andrà poi a rimpolpare l’andamento delle cancellazioni negli anni successivi al 2021. Stando alle previsioni di Unioncamere, sull’asse temporale questi numeri si spalmeranno per un terzo nel 2020, per due terzi nel 2021. L’andamento negativo avrà quindi un picco fra 2022 e prima metà del 2023. Poi si assisterà al miglioramento dei parametri, per tornare ai numeri attuali nel 2025.
“Abbiamo fatto delle previsioni sul dopo, usando lo stesso metodo adottato nei nostri studi di settore – dichiara Luigi Triggiani, segretario generale di Unioncamere Puglia -. All’avvento del terremoto Covid-19 la Puglia cresceva lentamente ma continuamente, mostrando segnali di ripresa praticamente in tutti i comparti produttivi dopo la crisi 2007-2013. Questo terremoto è arrivato forse nel momento peggiore, in un ecosistema che comunque vede le Pmi storicamente sottocapitalizzate. Bisogna rimboccarsi le maniche e cooperare come non abbiamo mai fatto prima. Ogni settore, ogni filiera, ogni azienda, ha bisogno dell’altro. E mai come oggi le aziende pugliesi hanno bisogno di consumatori pugliesi”.