“Nessun nuovo caso e guariti che raddoppiano, ma a preoccupare oggi è altro: il Governo sin qui ha fatto la sua parte, ma l’ultimo DPCM lascia molti dubbi. Uno su tutti: a casa chi ci resta?”. Così il sindaco di Gravina, Alesio Valente, su Facebook. Nella sua città i positivi al coronavirus rimangono 19, mentre le persone che hanno sconfitto il Covid sono passate da 4 a 8. I commenti del primo cittadino, però, sono tutti per il nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte.
“Le contraddizioni dell’ultimo DPCM, per quanto mi riguarda, portano rabbia e amarezza – dice Valente -. Credo che il decreto, per alcuni aspetti, rappresenti un insulto all’intelligenza umana. In sostanza, dal 4 maggio potremo uscire tutti: andare a fare la spesa o nell’orticello in campagna, ma anche fare attività motoria in giro per la città, passeggiare nei parchi e – badate bene – fare visita a chiunque. Perché con il termine ‘congiunti’, a quanto pare, si indica ogni relazione affettiva stabile con un’altra persona. Parenti, fidanzatini o profonde amicizie. Restano a casa solo i poveri ristoratori, i parrucchieri e gli estetisti, i gestori di palestre e poche altre attività ritenute secondarie. Quando tutti, di fatto, hanno una scusa per uscire”.
“Se apriamo le città – conclude Valente -, apriamole per tutti. È un decreto che impedisce i controlli e porta tutti in strada. Che mantiene chiusi parrucchieri ed estetisti regolari, che pagano le tasse, ma di fatto fa lavorare chi svolge lo stesso lavoro a nero. Non è giusto”.