Lavoratori, turisti e giro d’affari da 2 milioni di euro: cosa ha perso Bari con la sagra di San Nicola cancellata dal Covid

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Circa mille lavoratori tra artisti, giostrai e venditori ambulanti. Circa 200mila pellegrini e turisti, mille dei quali in arrivo dalla Russia. E un giro d’affari di circa 2 milioni di euro. È quanto avrebbe prodotto a Bari, sulla base dei dati del 2019, la settimana dedicata ai festeggiamenti di San Nicola annullata quest’anno a causa dell’emergenza coronavirus.

La stima del giro d’affari che ruota attorno all’intera sagra comprende i fondi stanziati dal Comune per il corteo storico (122mila euro), i servizi accessori di sicurezza, compresi il noleggio transenne e l’installazione dei new jersey (30mila euro), il contributo al Comitato di San Nicola della Basilica (40mila euro) il quale, con altre donazioni private, finanzia luminarie, fuochi pirotecnici e accoglienza dei pellegrini.

C’è poi l’economia legata alle attività dei commercianti che arricchiscono la sagra, con 304 ambulanti da tutta Italia per il mercatino di San Nicola e il villaggio del gusto, le postazioni dei giostrai sul lungomare con circa 50 microimprese dello spettacolo viaggiante e infine, non ultimo, c’è l’indotto di affari di negozi, bar, ristoranti e alberghi della città.


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