Coronavirus, rischio sommerso: in Puglia +300 decessi a marzo. Solo 118 ufficialmente per Covid

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Un +8,7% di decessi totali registrati in Puglia a marzo 2020 rispetto allo stesso mese degli anni precedenti. Oltre 300 morti in un mese di epidemia di cui solo 118 però addebitati ufficialmente al Covid. Un numero peraltro contenuto se paragonato a quello registrato a livello nazionale, dove per il periodo considerato sono oltre 90.000 i decessi totali, 25.000 in più rispetto alla media di cui solo 13.710 per Covid.

L’ISTAT e l’ISS pubblicano il rapporto sull’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente nel primo trimestre 2020. Un documento importante perché fa un po’ di luce sulla possibile presenza di un sommerso sfuggito all’esame dei tamponi attraverso l’analisi di un ulteriore indicatore: quello che confronta il totale dei decessi registrati nel periodo dell’epidemia con la media dei decessi del quinquennio 2015-2019, quando la parola “coronavirus” non rappresentava ancora lo spauracchio impadronitosi oggi delle nostre esistenze.

L’analisi, va detto, raccoglie per la prima volta i dati dell’87% dei comuni italiani, avvicinandosi così con buona approssimazione al dato reale di tutto il paese. Confrontando i numeri nazionali dei decessi totali con i registri dell’epidemia, a marzo solo il 54% della differenza è costituito da morti diagnosticati da Covid in Italia. Certamente il totale nazionale è molto condizionato dalla situazione nelle regioni del Nord, dove l’intasamento dei reparti e delle terapie intensive ha reso difficile l’analisi del dato reale.

Tra tutte le regioni è la Lombardia quella dove questo emergerebbe maggiormente: oltre 27.000 decessi totali al 31 marzo, 16.000 in più rispetto alla media 2015-2019, di cui però solo 8.362 registrati come morti da coronavirus. In Puglia, analogamente a quanto avvenuto in altre regioni del Mezzogiorno, il dato è più contenuto: 4.327 decessi totali tra il 20 febbraio e il 31 marzo, 324 in più rispetto alla media, di cui solo 118 sarebbero state ufficialmente causate da Covid. Stesso confronto viene fatto nel rapporto per la Provincia di Bari: 1.286 decessi totali tra 20 febbraio e 31 marzo 2020, 115 in più rispetto alla media, di cui solo 37 attribuiti a Covid.

Per questa quota ulteriore di decessi gli stessi redattori del rapporto, cautamente, individuano al momento solo tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l’aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza) e, infine, una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette.

Tutti questi dati andranno ulteriormente integrati almeno con i numeri di aprile e di maggio. Di certo è l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che questa pandemia è molto di più di una banale influenza.


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