Hanno dovuto compilare 15 autocertificazioni in italiano e in inglese per arrivare da Londra a Bari 48 ore prima che scattasse la Fase 3, cioè la libera circolazione tra regioni e con i Paesi dell’area Schengen, e per quei due giorni hanno anche l’obbligo di quarantena.
Loro sono Angelo e Graziana, di 40 e 37 anni, con una bimba di 2, originari della provincia di Bari ma andati a Londra quasi dieci anni fa per lavoro, lui cameriere in un ristorante, lei contabile. Le loro famiglie vivono in Puglia e, poiché lui non lavora ormai da fine marzo e lei è in smart working, hanno deciso di tornare a casa per avere un po’ di aiuto economico e di supporto con la bambina.
“Avremmo voluto aspettare il 3 giugno, per non avere l’obbligo di quarantena – spiega Angelo – ma i prezzi dei voli da oggi erano alle stelle, anche 1.200 euro solo andata. Abbiamo trovato un’offerta e in qualche ora abbiamo preparato i bagagli e raggiunto l’aeroporto di Heathrow”.
Sono arrivati a Bari la mattina dell’1 giugno dopo aver fatto scalo a Roma. Non si aspettavano, però, di dover scrivere i motivi del viaggio ben quindici volte. Hanno compilato le prime sei autocertificazioni, due per ciascuno, prima di imbarcarsi sul Londra-Roma. Tre le hanno consegnate alle autorità inglesi e altre tre le hanno tenute perché “ci hanno detto che ci sarebbero servite a Roma”, ha spiegato Angelo.
A bordo del volo, però, ne hanno dovute compilare altre tre. Anche queste sarebbero dovute servire in Italia e invece, atterrati a Fiumicino, dopo i controlli dei documenti ne hanno compilate altre due (i due adulti) e poi ancora due prima di imbarcarsi per Bari, alcune ore dopo, e infine due dopo l’atterraggio nel capoluogo pugliese. Le ultime hanno dovuto anche fotografarle per averne copia in caso di controlli nel tragitto dall’aeroporto a casa, a Modugno.
Finalmente a casa, si sono auto-segnalati sul sito del Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari e ora aspettano che passi la quarantena per rivedere parenti, amici e andare a mare.