Anche la scuola pugliese ha aderito alla protesta nazionale contro il decreto del Governo chiedendo più risorse per investimenti in edilizia scolastica e assunzioni. A Bari le segreterie regionali di Gilda, Uil Scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola e Snals Confsal – insieme a rappresentanti di studenti e docenti precari – hanno manifestato con un sit-in davanti alla sede dell’ufficio scolastico regionale.
Dicono “no al plexiglas per ingabbiare i bambini”, ricordando che in Puglia una delle principali criticità è quella delle “classi pollaio, fino anche a 32 alunni – dice Vito Carlo Castellana del Gilda – che rendono impossibile pensare ad una ripresa a settembre in sicurezza. L’unica strategia per riprendere il nuovo anno scolastico con la didattica in presenza – secondo il sindacalista – è raddoppiare gli organici e dimezzare le classi”.
Giovanni Verga, della Uil Scuola, ricorda poi che “in Puglia il 44% delle famiglie è senza device, il 33% alunni disabili è stato abbandonato. Lo Stato dovrebbe approfittare di questa occasione per fare investimenti in infrastrutture e organici e dare dignità alla scuola pubblica, utilizzando per esempio contenitori abbandonati come è stato fatto con le sale di rianimazione”.
Il segretario Flc Cgil Puglia, Claudio Menga, evidenzia l’insufficienza delle risorse messe a disposizione: “1,4 miliardi destinati al settore scuola non bastano, serve almeno raddoppiarli”. Roberto Calienno, della Cisl Scuola, quantifica in “7-8 miliardi di euro le risorse che servirebbero. Scioperiamo oggi – dice – per il diritto allo studio dei 562mila studenti pugliesi e per la dignità dei 55mila docenti e 15mila del personale Ata”. “Oggi la scuola – conclude Chiara De Bernardo dello Snals – è diventata volontariato e improvvisazione di fronte ad uno Stato assente. Vogliamo regole certe”.