Il lockdown ha fatto bene al mare per “un impatto antropico inferiore con la chiusura di alcune attività industriali, la riduzione dell’inquinamento acustico che ha consentito a molti cetacei di recuperare e una maggior limpidezza delle acque”. Lo ha spiegato Alessandro Ducci della Guardia Costiera-Direzione marittima di Bari, a margine della presentazione dei dati sul monitoraggio compiuto con Arpa Puglia sulle foci dei fiumi e sugli scarichi a mare.
“Su precisa volontà del ministro dell’Ambiente Costa – ha detto il capitano Ducci – è stata avviata a livello nazionale nel mese di aprile una campagna di monitoraggio per verificare un miglioramento delle condizioni del nostro mare a seguito degli effetti del lockdown”.
Il direttore generale di Arpa Puglia, Vito Bruno, ha ricordato che “la Puglia sulle acque di balneazione è leader insieme alla Sardegna a livello nazionale, ma dobbiamo migliorare la qualità ecologica anche in prossimità delle foci dei fiumi e vicino ai depuratori che scaricano in battigia, dove comunque è vietata la balneazione, anche perché la qualità delle acque di balneazione nasce anche dal processo depurativo”.
Il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, ha invece evidenziato il dato dei rifiuti sulle spiagge: 475 rifiuti ogni 100 metri lineari, l’80% dei quali è plastica “che diventa microplastica – ha detto – finisce in mare e torna sulle nostre tavole”.