Si è tenuta questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo di Città, la conferenza stampa convocata nel XXIX anniversario dell’arrivo della Vlora nel porto di Bari, l’8 agosto 1991, con a bordo 18mila persone in fuga dal regime albanese, alla ricerca di un futuro migliore. Un incontro che è stato occasione per presentare la nuova intitolazione dello slargo stradale su cui si affaccia l’opera “Sono Persone 8.8.1991”: scultura pubblica ideata e realizzata dall’artista Jasmine Pignatelli sul waterfront di San Girolamo grazie alla collaborazione con Arca Puglia e con la curatela di Stefano Straziota di Cellule Creative.
L’opera celebra in codice Morse la frase che l’allora sindaco di Bari, Enrico Dalfino, pronunciò sommessamente alla fine di quella giornata incancellabile: “Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”. Lo slargo antistante il palazzo su cui è affissa l’opera, dunque, sarà così intitolato “Sono Persone 8 agosto 1991”. La relativa delibera, proprio nei giorni scorsi, è stata approvata in giunta comunale. In vista del trentennale di una vicenda che ha segnato la storia dell’immigrazione mondiale nel secondo Novecento poi, in accordo con la sindaca di Durazzo, Emirjana Sako, l’amministrazione comunale ha deciso che un’opera gemella di quella presente sul lungomare di Bari sarà realizzata da Jasmine Pignatelli sul lungomare della città albanese.
Nel corso della conferenza stampa è stata anche illustrata l’idea, già condivisa dai sindaci di Bari e Durazzo, che l’8 agosto del 2021 nelle due città adriatiche si svolga un cartellone di eventi culturali gemelli dedicati all’arrivo della Vlora, con la proiezione del film documentario “La nave dolce”, di Daniele Vicari, insignito del Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia del 2012 e la messa in scena dell’omonimo spettacolo teatrale con Massimiliano Di Corato, testo e regia di Daniela Nicosia.
“Io appartengo ad una generazione che nel 1991 forse era ancora troppo piccola per vivere in prima persona cosa accadde in quegli anni ma abbiamo avuto modo di viverlo subito dopo grazie alla testimonianza dei media, dei cronisti dell’epoca e grazie alla voce di chi era lì, su quella banchina ad accogliere queste persone – ha spiegato Ines Pierucci, assessora alle Culture –. La nostra città da quel giorno non è cambiata e ancora oggi possiamo essere orgogliosi di dire che Bari è ancora una città accogliente e solidale, una città che su quegli archetipi che si fondano sul legame profondo tra oriente e occidente ha costruito la sua identità e vuole ancora continuare a lavorare sul futuro tanto da scegliere proprio questo legame come uno degli aspetti fondamentali della candidatura di Bari capitale della cultura Italiana nel 2022”.