Covid, lettera aperta dei professori dell’Università di Bari: “Chiusura di palestre e piscine sarebbe dannoso”

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“Leggiamo con preoccupazione che il Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile sta valutando di proporre al Governo l’interruzione di alcune attività non essenziali, al fine di ridurre la circolazione di SARS-COV-2 nella popolazione, e che in cima alla lista delle attività da bloccare figurino le attività di sport amatoriale. Si profila pertanto una probabile prossima chiusura di palestre e piscine, paradossalmente etichettate tra le attività più inessenziali in assoluto. Tale decisione, benché di impatto comunicativo e social-media friendly, desta diverse preoccupazioni dal lato della salute pubblica”. Lo sostengono alcuni professori dell’Università di Bari in una lettera aperta. Il documento è firmato dal professore Silvio Tafuri, associato di Igiene Generale e Applicata, dal professore Biagio Moretti, ordinario di Ortopedia, dalla professoressa Angela Notarnicola, associato di Ortopedia, dal professore Antonio Quarto, direttore della Scuola dello Sport del Coni Puglia, e dal professore Leonardo Ascatigno, consigliere CR FIN Puglia.

“La decisione – sostengono – sembra scarsamente basata su evidenze scientifiche. Sono infatti pochi i dati di letteratura sul contributo dei centri sportivi alla dinamica di trasmissione delle infezioni e questi dati mettono in luce un ruolo assolutamente marginale nell’amplificazione dell’epidemia. Un’analisi epidemiologica dei dati relativi alla Corea ha evidenziato, più di 11.000 casi rivisti, che solo l’1% riconosceva le strutture sportive come punto di unzione”.

Secondo i docenti baresi, invece, “lo sport fornisce un contributo decisivo al perseguimento degli obiettivi per lo sviluppo sostenibili delle Nazioni Unite. Anche in momenti difficili, come le guerre, lo sport non è stato sospeso. Risulta evidente che la possibile chiusura delle palestre e delle piscine determinerebbe un importante riduzione della possibilità reale di praticare sport per una buona proporzione della popolazione italiana, che già registra cifre preoccupanti per quanto riguarda la percentuale di adulti e bambini sedentari”.


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