Nel carcere di Bari ci sono attualmente 412 detenuti a fronte di una capienza di 299 posti. Dei 412 detenuti, inoltre, 350 sono in terapia psichiatrica. Sono i dati forniti dalla presidente di Antigone Puglia, l’avvocato Mariapia Scarcigli, al termine della visita nel carcere del capoluogo pugliese, dove ricomincia proprio oggi l’attività in presenza dello “sportello dei diritti” di Antigone per i detenuti.
Dalla visita nell’istituto penitenziario sono emerse, ancora una volta, le criticità legate al fatto che si tratta di una “struttura vecchia, problematica, del tutto inadeguata a garantire benessere ai detenuti”. “Oltre al sovraffollamento, non c’è una palestra – dice l’avvocato Scarciglia – non ci sono spazi verdi per i colloqui estivi, è un carcere totalmente superato”.
La presidente di Antigone Puglia evidenzia le due principali criticità, salute e lavoro. “Il Covid – spiega – ha causato una impennata delle richieste di salute, con le liste di attesa che si sono allungate e i detenuti che aspettano ricoveri, operazioni o visite specialistiche. La pandemia, quindi, sta incidendo negativamente sulla salute dei detenuti”. L’avvocato Scarciglia, inoltre, accoglie e rilancia l’appello della direzione sanitaria del carcere per sollecitare la fornitura da parte della Asl di macchinari per la fisioterapia.
Per la questione del lavoro parla di “nota molto dolente, in un territorio molto ricco come quello di Bari ma che offre pochissime occasione di reinserimento per i detenuti”.