Sono 34 le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) attive in Puglia, rispetto alle 80 individuate lo scorso aprile dalle Asl come fabbisogno ottimale. Il dato è fornito dal segretario regionale della Fimmg, Donato Monopoli.
A Bari ne sono attive nove con 50 medici impegnati; a Foggia ci sono otto Usca per un totale di 70 medici altre due saranno pronte entro fine mese; otto anche in provincia di Lecce e 50 medici contrattualizzati; una sola Usca nel Brindisino con sede a Ceglie Messapica; nella Bat ce ne sono due, ma è pronto il bando per cercare di attivarne altre sei. A Taranto, le Unità speciali sono sei.
La loro funzione è quella di assistere a domicilio i pazienti Covid che non necessitano di ricovero in ospedale, ma alcune vengono anche impiegate per fare il contact tracing visti i numerosi focolai Covid attivi in Puglia e le difficoltà a livello di piante organiche dei dipartimenti di Prevenzione.
Le aziende sanitarie locali stanno predisponendo un secondo bando per potenziare il servizio. “Attualmente le Usca sono poche – ammette Monopoli – e spesso vengono anche impiegate per fare contact tracing, quindi sono attive solo il turno pomeridiano. In queste ore le Asl stanno riaprendo i bandi, occorre fare presto perché il numero di pazienti da seguire è lievitato”.