Le elezioni dell’Ordine degli avvocati di Latina e di Bari sono da rifare. Lo hanno deciso le Sezioni Unite civili della Cassazione con due verdetti depositati uno ieri e l’altro questa mattina, sollevati da due diversi gruppi di avvocati laziali e pugliesi contro il Consiglio nazionale forense che aveva respinto i reclami dei professionisti contro il nuovo Regolamento elettorale ministeriale del dieci novembre 2014 che, di fatto, ‘bloccava le liste’ prevedendo per ogni lista la presentazione di un numero di candidati pari al numero dei seggi da coprire, e la possibilità di votarla in blocco.
Ad avviso dei supremi giudici, le due sentenze con le quali il Consiglio nazionale forense aveva convalidato le elezioni di Latina e Bari, e il ‘metodo’ elettorale seguito, sono da annullare. In tutti e due i verdetti, la Cassazione conclude la sua decisione sottolineando che “la sentenza impugnata deve essere cassata e, non essendo necessari ulteriori accertamenti in fatto, poichè le operazioni elettorali si sono svolte in applicazione di norme regolamentari illegittime, la Corte può decidere la causa nel merito, annullando le operazioni elettorali predette”.
Così sono stati annullati “tutti gli atti relativi al procedimento elettorale per l’elezione dei componenti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati” di Latina e di Bari “per il quadriennio 2015-2018”. Contro il nuovo regolamento elettorale hanno dato battaglia, oltre a vari sindacati locali degli avvocati, anche l’Associazione nazionale forense (Anf) e l’Associazione nazionale avvocati italiani (Anai). Sia il Tar del Lazio che successivamente il Consiglio di Stato, con più sentenze avevano dichiarato l’illegittimità degli articoli più contestati del nuovo regolamento, ma il Consiglio nazionale forense aveva lo stesso ‘difeso’ la riforma e convalidato i risultati elettorali. Sicuramente ci saranno altri verdetti della Cassazione che, dopo le due pronunce ‘apripista’, annulleranno le elezioni di altri Ordini laddove è stato presentato il ricorso.
“Da giuristi quali siamo non possiamo fare altro che prendere atto della sentenza della Cassazione pur non condividendola, perché al momento delle elezioni il regolamento era vigente e non era stato annullato”. È questo il commento del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, alla sentenza della Cassazione che ha dichiarato nulle le elezioni forensi del 2015. La notizia è arrivata proprio durante una riunione del Consiglio barese. “Abbiamo predisposto una nota da inviare a Consiglio Nazionale Forense e Ministero – ha detto Stefanì – per sollecitare determinazioni sull’attività dei prossimi giorni”. Una possibile via potrebbe essere quella del commissariamento dell’Ordine fino a prossime elezioni. “Ci preoccupano le sorti dell’Ordine di Bari – ha detto il presidente – soprattutto per i servizi alla collettività, come il patrocinio a spese dello stato e le difese di ufficio. In questi due anni questo Consiglio ha lavorato tanto e ha messo in piedi progetti in itinere, dall’alternanza scuola lavoro al bando per il sostegno alla genitorialità degli avvocati, che ora rischiano di essere sospesi”.