Il vaccino anti Covid messo a punto da Pfizer sembra restare efficace anche contro 16 diverse mutazioni del virus, compresa una presente sia nella cosiddetta ‘variante inglese’ sia in quella sudafricana. Ad affermarlo, stando a quanto riporta il sito del Telegraph, è uno studio ancora non pubblicato della stessa azienda statunitense e della Università del Texas. Nello studio è stato usato il sangue prelevato da alcune persone che si erano già sottoposte alla vaccinazione, i cui anticorpi sono stati testati contro le mutazioni.
Intanto, a dispetto del ‘rumore’ di chi, specie sui social media, esprime posizioni ‘no vax’, l’opinione pubblica su Twitter in Italia è in realtà leggermente più favorevole che contraria ai vaccini. È quanto emerge da uno studio dell’Università di Pisa condotto da Alessio Bechini, Pietro Ducange, Francesco Marcelloni e Alessandro Renda del dipartimento di ingegneria dell’informazione. I quattro ricercatori hanno messo a punto un originale metodo di analisi dell’opinione pubblica che si avvale dell’Intelligenza artificiale.
L’indagine, che non riguarda nello specifico il vaccino anti Covid ma il tema in generale, ha riguardato circa 30mila utenti e 100mila tweet selezionati attraverso una lista di parole chiave come ad esempio #iovaccino o ‘rischio vaccinale’. “È la prima volta che un sistema di Intelligenza artificiale viene usato allo scopo di stabilire un trend di opinione in Italia su questo tema – spiega Marcelloni -, grazie a tecniche avanzate di machine learning abbiamo addestrato il nostro sistema a classificare gli utenti di Twitter come favorevoli, contrari o neutrali ai vaccini, il tutto concentrandoci sugli utenti e non sui singoli tweet”.
Questo rovesciamento di prospettiva, si spiega ancora, ha permesso di eliminare le variabilità dettate da singoli messaggi estemporanei, di monitorare un eventuale cambio di opinione nel tempo e di escludere dal campione gli utenti troppo ‘rumorosi’ che se conteggiati avrebbero falsato i risultati a causa del gran numero di tweet prodotti, senza tuttavia corrispondere a gruppi di opinione realmente numerosi. Questo approccio “ha consentito un’analisi differenziata a livello geografico che ha permesso di individuare sottili differenze fra le varie regioni, mettendo in primo piano Roma e Milano come le aree del Paese più attive sul tema vaccini”.