Bari, lo strano primato dei consolati onorari: la nostra inchiesta sul proliferare delle nomine diplomatiche

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Che ad un titolo corrisponda un ritorno in termini di prestigio è assodato. Ma quali interessi si nascondano dietro la nomina di un diplomatico è un interrogativo a cui vorremmo dare una risposta. Parliamo dei tanti, troppi, consoli onorari che bari vanta. Esattamente 31, soltanto nel capoluogo. Insieme con Napoli e Palermo, Bari, è tra le città del sud Italia, con il maggior numero di consolati. Titoli che proliferano di anno in anno e di cui vengono insigniti professionisti di ogni settore. Non importa se poi di politica internazionale ne sappiano poco o niente. Importante è intascare un titolo, una lettera Patente (firmata dal capo dello stato del Paese di invio e ratificata dall’exequatur, emesso dalla Farnesina), Una Carta di identità speciale che riconosce le funzioni consolari , valida per l’identificazione. A questo si aggiunge la targa cc, corpo consolare, quella piccola ovale da apporre al lato della targa normale dell’automobile. ovviamente il diritto al posto auto riservato. Privilegi a cui dovrebbe corrispondere un impegno concreto del diplomatico che ( seppur non percependo stipendio o rimunerazioni) dovrebbe assicurare un servizio alla comunità che rappresenta? Ma quanti lo fanno davvero? In quanti casi il console onorario tutela gli interessi dei cittadini del paese che rappresenta ? Quale relazioni economiche e culturali promuove sul territorio ? Quale ritorno, in termini di economia, produce ? A cosa serve ad esempio, un console con un passaporto diplomatico di un Paese del terzo o quarto mondo, se non per attraersare la frontiera del paese emittente?


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