La Puglia è tra le prime cinque regioni in Europa per divario di genere, con un scarto di circa 27 punti percentuali tra l’occupazione maschile (66,7%) e quella femminile (33,2). Sono alcuni dei dati Istat, relativi al 2020, forniti dalla Cgil Puglia in occasione di un incontro sul tema “Donne e lavoro. Gap di genere e precariato in Puglia”.
“A livello nazionale tra le prime dieci province per divario di genere in testa c’è Taranto, Bat è sesta e Foggia nona. In Puglia, inoltre, in linea con il dato nazionale, le donne percepiscono il 10% di retribuzione in meno degli uomini” ha riferito la segretaria Cgil Filomena Principale, annunciando che il sindacato ha avviato una ricerca “sugli effetti della pandemia sul lavoro delle donne e sul sistema di cura, perché in questo periodo di emergenza sanitaria le donne sono state anche quelle che hanno pagato di più in termini di tempo dedicato alla cura”.
“Le donne sono sottopagate, sovraistruite e doppiamente penalizzate – ha evidenziato la responsabile del Nidil della Cgil, Maria Giorgia Vulcano – perché più spesso svolgono lavori precari che non hanno goduto dei benefici legati al blocco dei licenziamenti e, anzi, al tempo della crisi prodotta dall’emergenza pandemica e con il blocco dei licenziamenti in atto, la lettura che facilmente se ne trae è che la gran parte del lavoro precario e a termine interessa in questo Paese le donne”.