Covid, odissea di una 89enne per il vaccino. La figlia: “Hanno fatto girare mia madre come una trottola”

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Una donna di 89 anni, barese, ha atteso 35 giorni per vaccinarsi contro il Covid, dopo aver deciso di annullare la prenotazione della somministrazione a domicilio fatta l’11 febbraio scorso, perché in Puglia ancora non sono partite.

Quando ieri ha ottenuto l’appuntamento, gliene sono stati fissati due nello stesso giorno in due diverse città, a Bari e a Putignano. Scelta e raggiunta la sede più vicina, la signora, che cammina con l’aiuto di un bastone, si è sentita dire che non poteva più esserle somministrata la dose perché per lei, che alle 13.30 di oggi era l’ultima ultra 80enne in programma per la giornata, avrebbero dovuto scongelare una intera fiala da sei dosi.

Sul punto di tornare a casa, accompagnata dai figli, il medico ha rintracciato un’altra struttura della città con dosi disponibili e l’anziana ha dovuto spostarsi raggiungendo l’altro centro vaccinale, per ottenere finalmente la sua prima dose di vaccino. “A tutto questo ci si adatta – dice la figlia della donna -. Dopo l’ira iniziale, si riesce anche un po’ a scherzare. Quando ti fermi però ti cala tutto addosso e pensi all’umiliazione di mia madre che con il bastone e appoggiata a me ha girato come una trottola per essere considerata, per vedere rispettato un suo diritto. Questo non è un paese per vecchi, fragili, giovani o bambini”.


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