La Cisl denuncia, in una nota, che in Puglia nel 2020 le prestazioni ambulatoriali sono diminuite del 29% causa Covid e chiede una verifica e un confronto alla Regione. “Migliaia di cittadini, nella nostra regione – si legge nella nota – in questi ultimi due anni hanno rinviato gli esami di routine, quelli per cui basta una semplice radiografia oppure un prelievo ematico per controllare il proprio stato di salute. In aggiunta ci sono tutti quei pazienti che ancora non vengono chiamati ad eseguire gli screening programmati ed effettuati puntualmente fino al 2019”.
Adesso, occorre “ritornare alla normalità” e “migliorare le condizioni di salute della persona, in particolare delle fasce dei cittadini più fragili. La Regione, l’assessorato alla Sanità hanno il compito di garantire la salute ai cittadini, per questo deve verificare lo stato di disagio dei cittadini e ripristinare, migliorandole, condizioni di normalità.
I dati dell’Osservatorio nazionale Screening certificano che in Puglia nel 2020 non sono state invitate/chiamate, rispetto al 2019, per effettuare gli esami di routine per lo screening cervicale oltre 166.000 donne (52,6%); per lo screening mammografico oltre 91.000 (51%); per lo screening colorettale oltre 17.000 (21,2%) degli interessati. A causa di queste mancate prestazioni sul territorio regionale vi sono centinaia di persone (e sono dati parziali) con diagnosi soggette a cure ma che lo ignorano.
Le restrizioni per contenere i contagi, la chiusura di molte strutture ambulatoriali (le cui attività sono state dirottate sul contrasto al virus) e la sospensione dell’erogazione dei servizi sanitari rinviabili, ha bloccato ogni attività sanitaria, accumulando ritardi e allungamenti delle liste d’attesa, con un danno in termini di salute pubblica, ancora non del tutto misurabile.