Covid, alla ricerca delle varianti: una giornata nell’Istituto Zooprofilattico di Putignano – LO SPECIALE

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Più di 40 varianti sequenziate in Puglia. La normale evoluzione del virus nelle sue mutazioni. L’ultima salita agli onori delle cronache è la variante Delta, o variante indiana in base all’area geografica di partenza.

Siamo stati in uno dei principali laboratori regionali che si occupano del monitoraggio di queste trasformazioni, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Puglia e la Basilicata di Putignano. È qui che un certo numero di tamponi positivi viene portato per ulteriori esami volti a definire con precisione il ceppo di appartenenza di quel campione. A spiegare nel dettaglio ciò che avviene in questo laboratorio è il responsabile del laboratorio di Genetica della sezione di Putignano Antonio Parisi, che segue direttamente queste attività di monitoraggio.

Il virus che circola oggi è molto diverso da quello identificato per la prima volta a Wuhan. In questi mesi si sono avvicendate mutazioni divenute di volta in volta dominanti. Esattamente ciò che sta riguardando oggi la variante Delta. Ma come si capisce se una variante è più pericolosa di un’altra? L’analisi dei dati richiede uno studio incrociato che tiene conto anche dell’evoluzione dell’epidemia in relazione alla distribuzione percentuale delle varianti. Per intenderci: se registriamo un aumento dei casi o degli esiti gravi di pari passo a una sempre maggiore diffusione di un certo ceppo, molto probabilmente i due aspetti saranno strettamente correlati.

E così i dati raccolti dai laboratori vengono analizzati e messi a confronto. Un lavoro che serve poi ad avere una ricostruzione abbastanza attendibile della diffusione della varianti tra i contagiati. La storia di quanto avvenuto dall’anno scorso deve farci riflettere attentamente su come sia importante, anche in una fase di acquietamento del virus, conservare un minimo di prudenza nelle azioni quotidiane. La battaglia contro il Covid è tutt’altro che vinta.


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