Esiste una dignità della morte? Esiste un conforto per chi perde i propri cari che risiede anche nel guardare per l’ultima volta il corpo della persona amata custodita in un luogo confortevole? Non all’ospedale Di Venere, evidentemente dove l’ultimo saluto si trasforma – ve la diciamo così come ce l’hanno raccontata – quasi in un momento da film horror.
Le foto che vi stiamo mostrando ce le ha inviate una giovane donna barese che nell’obitorio del di venere ha dovuto trascorrere gli scorsi sabato e domenica a causa della dipartita di un familiare. Da brivido, in effetti, quello che ci ha raccontato: una struttura che sembra cadere a pezzi, muri scrostati, calcinacci per terra. E ancora, sporcizia diffusa – “sembrava non pulissero da settimane” – ci ha raccontato.
E come se non bastasse, non è questa la parte peggiore della storia. Ai parenti dei defunti – lo scorso weekend erano tre le salme custodite nella stessa stanza dell’obitorio – non è concessa alcuna privacy. Nessun separè infatti, nessun muro tra loro per garantire ai familiari dei defunti la solitudine e la discrezione che in quei momenti andrebbe concessa e che dovrebbe essere sempre assicurata. “La mia idea è quella di denunciare l’esistenza di un luogo del genere per migliorarlo”, racconta ancora la giovane donna.
Dalla Asl intanto, cui abbiamo chiesto risposte, ci fanno sapere come il servizio obitorio del Di Venere sia a norma, come confermato da una ispezione dei Nas risalente a due mesi fa. Sull’edificio esisterebbe poi un progetto di risanamento edilizio.