Giustizia, i Giudici di pace incrociano le braccia anche a Bari: si asterranno dalle udienze per un mese

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Stabilità lavorativa, un trattamento salariale adeguato e tutela previdenziale. Anche a Bari i Giudici di pace protestano per quello che definiscono un “porcellum giudiziario”. Lo schema di riforma targato Orlando, varato dal Governo in attuazione della legge 57/2016 che si propone di riorganizzare la magistratura onoraria.

Da questo lunedì e per un mese i giudici di pace si asterranno dalle udienze, minacciando dimissioni di massa, tanto a Bari quanto a Roma, Napoli e Firenze. La riforma, così come è stata formulata, attribuirebbe ai Giudici di pace nuove competenze in aggiunta a quelle già nella loro sfera, modificando però la disciplina sulla retribuzione. Se oggi i Giudici di pace infatti, sono pagati a risultato e quindi in relazione all’attività effettivamente svolta, secondo la novella sarebbe riconosciuto loro un fisso di 16mila euro lordi annui. Per un numero garantito di due udienze settimanali. Di fatto un netto di appena 600 euro mensili, considerato che già sotto il profilo previdenziale è esclusa la corresponsione della retribuzione in caso di malattia o di maternità.

A farsi portavoce dei colleghi è stato Massimo Minerva, presidente distrettuale dell’Associazione nazionale Giudici di pace: “Le nostre sono attività uguali in ogni loro aspetto quelle dei togati. Con l’aggravante che noi siamo giudici di prossimità, cioè siamo molto vicini alle problematiche quotidiane del cittadino”.


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