Al Policlinico di Bari per la prima volta sono stati eseguiti due interventi di prelievo di organi per trapianto con l’aiuto di un robot. Attraverso un piccolo taglio sul fianco del paziente è entrato il braccio del robot. A distanza, attraverso la console, la mano del chirurgo ha eseguito il prelievo del rene dal donatore vivente per trapiantarlo su un famigliare con una insufficienza renale cronica “irreversibile”.
“La novità del prelievo dell’organo con tecnica robot assistita – spiega il professore Michele Battaglia – è legata non tanto e non solo alla mininvasività della procedura, che si può realizzare con la laparoscopia, quanto alla assoluta sicurezza in situazioni complesse come nel caso di anomalie di numero delle arterie renali del donatore. O come nel secondo intervento effettuato la rimozione di un tumore dal surrene prima del prelievo del rene con tre arterie”.
Questi interventi sono stati la tappa finale di un lungo percorso realizzato all’interno del “programma trapianto da donatore vivente” dell’unità operativa di Nefrologia diretta dal professore Loreto Gesualdo che vede coinvolti, innanzitutto, i consanguinei del ricevente. Il programma è il frutto della collaborazione multidisciplinare di urologi, nefrologi, immunologi, patologi clinici, psicologi, esperti di imaging, infettivologi, anestesisti-rianimatori.