Bari, giovane mamma attacca il Pediatrico: “Derisa per due mesi. Poi mio figlio malato operato a Firenze”

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“L’anno scorso, in questa giornata, iniziava il mio incubo”. Parte così la denuncia social di una giovane mamma, questa mattina portata all’attenzione del sindaco di Bari, Antonio Decaro, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L’indice della donna è puntato contro l’ospedale Giovanni XXIII e la sua versione dei fatti è fornita con dovizia di particolari.

“In due mesi, con mio figlio ricoverato due volte al Pediatrico – racconta – sono stata offesa da oltre 10 medici. Tutti, con la stessa faccia tosta, continuavano a dirmi: ‘Signora, ma lei una casa non ce l’ha? Ma sta così bene in ospedale? Suo figlio non ha nulla, lo vuole capire che il bambino fa finta di star male per avere le coccole? Deve solo stargli dietro’. Una battuta dietro l’altra: continue coltellate al cuore per una mamma, per me, che ero certa che qualcosa non andasse”.

“L’anno scorso – prosegue la donna -, proprio nella mattina del 14 luglio, entra in stanza il solito neurologo e mi fa: ‘Signora, oggi ce ne andiamo a casa. È inutile che stia qui, suo figlio sta benissimo. Gli dia un po’ di potassio e magnesio e gli stia dietro, suo figlio sta bene’. Col il cuore a pezzi, ho preso le nostre cose, la mia lettera di dimissioni, e mi sono avviata all’uscita. Mentre uscivo dal reparto, però, la dottoressa che mi aveva portato le dimissioni me le sfila di mano e mi chiede di aspettare un minuto. Ne passarono 40. Porta chiusa, un via vai di medici e l’annuncio di un ultimo controllo di routine da fare al Policlinico: ‘Niente di che, signora, poi andrete a casa’, mi dissero”.

“Mi portano al Policlinico in ambulanza – scrive ancora la mamma -. Attendo l’esito della visita neurologica, poi mi fanno parlare con una dottoressa. Lei inizia, ma io sento solo il vuoto attorno a me. La guardo e non capisco cosa mi dice, so solo che la mia paura più grande si è avverata. I medici del Giovanni XXIII mi avevano insultata e derisa, mi avevano fatto sentire una pazza, ma mio figlio ha due malattie rare e deve essere operato, perché rischia grossi problemi motori e fisici”.

“Sono dovuta restare in ospedale altri 10 giorni per poter avere tutti gli esami in tempo – spiega ancora la donna -. Poi sono corsa via, con mio marito, a Firenze. Il medico che lo ha visitato, lo ha guardato e mi ha detto: ‘Signora, suo figlio presenta tutti i sintomi e i segni delle malattie che ha. Non serviva la risonanza per diagnosticarle, bastava essere attenti’. Ma in Puglia cos’è l’attenzione verso il paziente? In Puglia non esiste il benessere del paziente, esiste solo il benessere del medico. Mio figlio è stato operato d’urgenza a Firenze al midollo. Sta bene ed è stato un vero e proprio miracolo”.

“Spero che prima o poi qualcuno si svegli e dia un’occhiata alla nostra Sanità – conclude la mamma -. Vada a far alzare dalle poltrone comode, dove prendono il caffè, quei medici fannulloni che sono lì solo per portare lo stipendio a casa e non per curare i pazienti. A Emiliano e Decaro chiedo più controlli. Il Pediatrico è così bello fuori, dopo tutti i soldi spesi, quanto pieno di medici incompetenti al suo interno. Non ci sono lenzuola e materassi igienici. Non c’è pulizia. Non ci sono tavoli per mangiare, ma banchi di scuola usati e rotti adattati per far mangiare i pazienti. Non ci sono campanelli per chiamare i medici, ma bisogna gridare nel corridoio. Di fatto, quello non è un ospedale”.


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