Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca in Puglia, dal 31 luglio al 29 agosto (da Manfredonia a Bari) e dal 6 settembre al 5 ottobre per il resto della Puglia. Il fermo obbligatorio e continuativo riguarderà le unità da pesca che utilizzano reti a strascico a divergenti, e reti gemelle a divergenti.
“Il fermo pesca risponde a un esigenza ambientale del mare per la ripopolazione della risorsa marina, ma l’allungamento dei giorni di fermo (dai 18 ai 26 giorni a seconda della grandezza dell’imbarcazione) – afferma Coldiretti ImpresaPesca Puglia – rischia di mettere a repentaglio la redditività delle imprese pesca che dovrebbero poter gestire tutto il periodo di fermo in maniera autonoma).
E intanto la flotta peschereccia pugliese, denuncia la Coldiretti regionale, ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18mila posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti, che conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura.
Il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.