La storia di Saverio, geometra in pensione: “Dipingo la Bari del mio cuore. A 81 anni la prima mostra”

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Quando ha cominciato a lavorare nella Otis, Saverio disegnava ascensori e scale mobili. “Sin da piccolo passeggiando per strada ero attirato dai fabbricati, che riproducevo e coloravo per renderli più belli”, sorride oggi Saverio Violante, geometra per formazione, addetto alla vendite per carriera e pittore per passione. Classe 1940, sposato con Rosalberta, Saverio a ottantuno anni è pronto per inaugurare la sua prima mostra. “Ma non ho mai venduto un quadro, e mai lo farò”, assicura il pensionato barese, che il prossimo 5 novembre esporrà le sue opere nel Museo Civico di Bari, convinto a lanciarsi in questa nuova avventura dall’associazione Orizzonti.

Nei quadri di Saverio ci sono solo i luoghi del cuore. Bari vecchia, innanzitutto, dove è cresciuto affiancando suo padre (macchinista delle ferrovie) che fondeva piombini da vendere ai pescatori di tutta la provincia. L’arco che faceva da cornice al laboratorio, la cattedrale, la Colonna Infame, il lungomare, il teatro Margherita: sono i soggetti che hanno ispirato Saverio, riprodotti in miniatura sui bigliettini di auguri o in formato extralarge su pannelli di legno con colori acrilici.

“Il lavoro nella Otis mi ha dato la possibilità di mettere in pratica l’aspetto tecnico della mia formazione, in special modo nella progettazione degli ascensori e delle scale mobili – racconta – Sin da ragazzo disegnavo edifici e piazze colorandoli e rendendoli più belli di come erano in realtà. Mi piaceva realizzare i modellini in legno di alcuni monumenti, traforando con il seghetto i pannelli di compensato”. L’infanzia nella città vecchia è stata formativa. “Ho vissuto abbastanza a Bari vecchia, tanto da osservare e ammirare le diverse sfaccettature degli angoli più caratteristici del borgo – ricorda Saverio – Ho conosciuto da vicino arti e mestieri ormai spariti, come la produzione dei piombini per le reti da pesca o delle punte in acciaio per i trapani manuali, utilizzati dai falegnami, detti ‘l sggiar’, che costruivano le sedie”.

La passione per la pittura è rifiorita con la pensione, quando è arrivato il meritato riposo dopo una carriera da addetto alle vendite, con viaggi in tutto il mondo. “Nella prima fase mi sono dedicato a realizzare soggetti della bella Bari vecchia, in un secondo momento ho voluto trasferire le splendide visioni dei borghi medioevali e delle piazze di piccoli paesi sperduti”, spiega Saverio, che ha disegnato scorci dei paesaggi anche sulle pareti di casa, che ospita anche il suo studio tra cameretta e salotto.

A 81 anni Saverio assicura di avere “uno spirito di giovane ragazzo” e ci affida un messaggio rivolto a tutti i pensionati: “non lasciatevi andare, createvi uno spazio, un’attività anche nel volontariato, c’è sempre tempo per crearsi una seconda vita”.


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