Una “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da Covid, sia a livello territoriale che ospedaliero”. La raccomandazione è contenuta in una circolare del Ministero della Salute, anticipata oggi da Repubblica, indirizzata a Regioni e Comuni. Ciò, si legge, considerando che “l’Italia si trova in fase epidemica acuta, caratterizzata da elevata velocità di trasmissione del virus nella maggior parte del paese” e alla luce della maggiore diffusione di Omicron.
La circolare ‘Pandemia da SarsCoV2: rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase epidemica’ è firmata dal direttore della Prevenzione del Ministero, Gianni Rezza, e dal direttore generale della Programmazione sanitaria, Andrea Urbani. “Nelle ultime otto settimane – si legge nel provvedimento – sul territorio nazionale sono stati registrati rapidi incrementi dell’incidenza, che ha ormai raggiunto i 241 casi su 100mila abitanti, e del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (9,6%) e nelle aree mediche (12,1%)”.
Alla luce dell’attuale andamento epidemico e “altresì in considerazione degli ulteriori impatti epidemiologici ed assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione della variante Omicron, le cui caratteristiche in termini di trasmissibilità, gravità della malattia e sensibilità ai vaccini attualmente in uso non sono ancora chiaramente definite – è scritto nella circolare – si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione da Covid, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti in relazione alle specifiche necessità assistenziali”.
Il Ministero rimanda quindi le Regioni alle circolari già emanate per la gestione delle precedenti ondate pandemiche e che riguardano, in particolare, misure per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile, indicazioni per partorienti e neonati, riorganizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali per la gestione dell’emergenza con il potenziamento dei posti letto ospedalieri e dell’assistenza sul territorio.