Scuola, emergenza Covid e questione Dad. Il tema continua a tenere banco in Puglia dopo il messaggio del governatore Michele Emiliano, indirizzato domenica pomeriggio ai genitori, prima della ripresa delle lezioni di ieri dopo la lunga sosta dettata dalle festività natalizie. “Si può chiedere la didattica a distanza – ha detto, in sintesi, Emiliano alle famiglie degli studenti -. Se le scuole rifiutano, ricorrete al Tar”. Dichiarazioni che hanno fatto molto discutere e che in qualche maniera hanno anche avvalorato la tesi di molti studenti che ieri mattina, sbandierando la bandiera della Dad, hanno deciso di scioperare.
Sull’argomento, questa mattina in diretta su Telebari e Radiobari, è intervenuto anche l’ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco. “Sul fatto che Emiliano abbia detto ai genitori di fare ricorso – ha detto l’epidemiologo, oggi consigliere regionale- non sono d’accordo. In questa maniera non si fa altro che creare uno scontro istituzionale fra Regione e Governo. E non sono cose che si fanno. Il presidente è sempre mosso da questa voglia di assecondare, di essere vicino ai genitori e ai cittadini, e quindi in queste cose si lascia un po’ andare, perché vuole fare il difensore di certe istanze. Le regole ci sono e vanno rispettate. Spero che presto anche il Governo si accorga che debbano essere semplificate”.
L’ex assessore è tornato anche su un altro tema caldo: quello che mette in discussione la strategia della Regione Puglia sulla gestione dei casi Covid negli ospedali, già al centro di un post pubblicato nelle scorse ore sui social dallo stesso Lopalco. “Io proposi da subito, dopo l’ondata primaverile, di organizzare i reparti ordinari con delle stanze Covid – ha ribadito -. Stanze che, a mio modo di vedere, doveva essere create in ogni reparto. Gli ospedali stanno andando in affanno perché in area non critica sono ricoverate persone che erano andate in ospedale per un altro motivo, hanno fatto il tampone, si sono scoperte positive e sono state ricoverate in ospedale Covid”.
“Capita anche a chi è andato in ospedale per una frattura a una gamba, ad esempio – ha detto ancora Lopalco -. In Italia, dalla metà ai 2/3 dei pazienti che si stanno ricoverando in ospedale – non parlo delle terapie intensive, ovviamente – sono persone che si trovano in questa situazione. Se in ortopedia, tornando all’esempio di prima, avessimo una stanza Covid, il paziente con la frattura alla gamba risultato positivo al tampone troverebbe posto lì, senza andare a intasare il sistema Covid”.