“La Zona Industriale di Bari, che molti dicono sia piena di lavoro, è satura di crisi”: a lanciare l’allarme è la segretaria della Cgil Bari, Gigia Bucci, dopo l’ultima vertenza di lavoro, l’ennesima, che si è aperta nel territorio barese.
Questa volta a essere in bilico è il futuro di 150 operai della Baritech, ex Osram, azienda della Zona Industriale di Bari, produttrice per decenni di lampadine, ma che nell’ultimo anno si era specializzata nella realizzazione del tessuto per mascherine anti covid. Commessa arrivata al capolinea a fine dicembre scorso per il mancato rinnovo contrattuale con la struttura commissariale per l’emergenza covid che fa capo al generale Figliuolo. E sembra sfumata l’ipotesi di una riconversione del sito Osram opera della Martur, multinazionale turca dell’automotive.
L’azienda ha avviato attraverso Porta Futuro la selezione di ingegneri per il centro di ricerca e operai richiesti dall’azienda, sbarrando di fatto la strada all’ipotesi di ricollocazione dei dipendenti. Sarebbe proprio questo il punto che avrebbe fatto saltare la trattativa, la Martur avrebbe chiesto di selezionare personalmente i dipendenti, senza assorbire integralmente quelli di Osram, condizione, quest’ultima, posta, invece, per accedere agli incentivi regionali.
“I soldi pubblici, nonché l’impegno che la Regione mette attraverso le sue risorse – ha commentato Gigia Bucci, Segretaria Generale Cgil Bari – devono essere utilizzati per riassorbire il personale attraverso percorsi di formazione e riqualificazione. Non possiamo permettere che nella nostra area industriale arrivino veri e propri predatori a fare investimenti, utilizzare risorse pubbliche per poi aprire una guerra fra poveri”.
“L’area industriale di Bari è piena di problemi occupazionali derivanti proprio da queste multinazionali che vengono – ha concluso – investono col ricatto di scegliere chi dicono loro a lavorare, e per mancanza di commesse, liquidano le società e mandano a casa centinaia di dipendenti”.