Alberobello, polemica per lo spostamento del mercato settimanale: dal centro alla periferia

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C’è ancora maretta ad Alberobello sul mercato settimanale del giovedì, all’indomani della fine dello stato di emergenza sanitaria.

Lo scorso 31 marzo, infatti, è stata l’ultima volta in cui le bancarelle hanno trovato posto nella zona periferica di contrada Popoleto, collocazione ritenuta necessaria sin dall’inizio della pandemia dall’amministrazione comunale per evitare assembramenti nel centro del paese, ma mai piaciuta a commercianti e cittadini che hanno sempre contestato la mancanza di sicurezza.

Quell’area sarebbe infatti troppo esposta al traffico veicolare e la posizione troppo decentrata, scelte che hanno pian piano impoverito la qualità del mercato con scarsi guadagni per gli ambulanti, i quali tacciano l’amministrazione di scelte scellerate e di stagione drammatica per il commercio nella Città dei Trulli.

Da giovedì prossimo, 7 aprile, si cambia e il mercato, dopo una deliberazione della giunta comunale del 15 marzo scorso, non tornerà in centro, come auspicato dalle associazioni di categoria, ma in via Barsento, altra zona periferica.

Proprio in queste ore il Comune sta provvedendo all’assegnazione degli stalli, dopo aver stilato una graduatoria in base all’anzianità di iscrizione al registro delle imprese.

Procedure poco trasparenti per Savino Montaruli di CasAmbulanti, che contesta l’assenza degli stessi diritti per tutti gli operatori ed errori nel contenuto e nel metodo delle scelte operate dall’amministrazione comunale: di qui la decisione di incaricare uno studio legale per presentare ricorso, in attesa che la Responsabile del Procedimento e del Suap dia spiegazioni anche al competente Ufficio della Regione Puglia.

“La palla dunque passa di nuovo nelle mani dell’amministrazione comunale – rincara Montaruli – politici, amministratori e dirigenti dell’Ente sono chiamati a dare risposte non solo agli ambulanti del mercato, alle loro associazioni ed ora anche ai loro legali, ma soprattutto all’intera cittadinanza alberobellese che si è sentita emarginata, esclusa e trascurata rispetto ad una decisione così importante per il futuro economico e sociale della comunità”.


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