Uomini coperti da un saio nero, incappucciati e a piedi scalzi, trascinando una croce e appesantiti da una catena percorrono le strade di Noicattaro. Quello che può sembrare l’incipit di una storia spaventosa è, per i fedeli nojani, una sentita tradizione legata ai riti della Settimana Santa: quella dei crociferi.
Con il via libera della Conferenza Episcopale Pugliese (leggi qui) possono riprendere processioni e festeggiamenti religiosi e, con questi, anche i riti della Settimana Santa, che quest’anno saranno caratterizzati da norme più stringenti per via della pandemia ancora in corso. L’Arcidiocesi di Bari-Bitonto ha reso note alcune accortezze da seguire, come osservare una distanza di almeno un metro tra uno e l’altro crocifero e i portatori delle sacre effigi dovranno necessariamente indossare la mascherina FFP2 durante il percorso.
Nei giorni che precedono la Pasqua, le vie di Noicattaro si spengono e osservano il passaggio dei crociferi: uomini incappucciati che trascinano una croce di legno per condividere il dolore fisico che patì Gesù durante la Passione.
“Si tratta di una tradizione antica – ci spiega Angelo Spagnuolo della ‘Confraternita della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo della Chiesa Madonna della Lama’ – Durante il XVII secolo un nobile spagnolo, per non interrompere la tradizione che osservava nella sua terra, si fece costruire una croce da un falegname nojano e cominciò a girare per le vie di Noicattaro”.
Il rito si è ripetuto pressoché ininterrottamente, tranne negli anni del secondo conflitto bellico e con eccezione degli ultimi due, caratterizzati dell’emergenza sanitaria: “C’è stato questo stop ma non ci siamo mai fermati spiritualmente – continua Spagnuolo -. In chiesa c’è sempre stata la celebrazione anche durante la chiusura totale”.
Nel 2020 i riti della Passione di Noicattaro sono stati trasmessi in diretta social dalle mura della Chiesa della Madonna della Lama, ma il prossimo 14 aprile, a sera, i crociferi si muoveranno per il loro pellegrinaggio.
La Settimana Santa di Noicattaro parte tradizionalmente la sera del Giovedì Santo con la Missa in Coena Domini. Al termine della liturgia, fuori dalla chiesa della Madonna della Lama, sarà acceso un grande falò con la legna raccolta durante l’anno dai confratelli. Mentre il fuoco illumina la chiesa, avverrà la vestizione del primo crocifero che darà il via al lungo cammino penitenziale.
Questo crocifero ha una importante funzione: sarà il primo a compiere il pellegrinaggio lungo le chiese di Noicattaro. Viene coperto da un saio nero, la sua testa cinta da una corona di spine e, scalzo e con una catena che ne appesantisce il passo, compirà il percorso dalla Chiesa della Madonna della Lama sino alla Chiesa Madre.
Qui lascerà temporaneamente la croce di legno all’esterno mentre andrà ad inginocchiarsi all’altare, si toglierà la catena e con questa si percuoterà per darsi la ‘disciplina’. Il percorso del primo crocifero nella notte del Giovedì Santo continuerà verso tutte le altre chiese di Noicattaro mentre con uno scarto temporale, altri emuleranno le gesta del primo fedele.
Ma come viene scelto il primo crocifero? Risponde Angelo Spagnuolo: “Può essere chiunque. L’anno precedente, qualsiasi nojano può rivolgersi al Priore della Confraternita chiedendo di portare la prima croce. Sarà il priore, in base alle disponibilità, a prendere la decisione definitiva”.
Le croci portate in processione vengono realizzate da falegnami locali in base alla stazza del portatore: “Ogni crocifero si fa costruire una croce personale a secondo del peso che può portare – sottolinea ancora Spagnuolo -. Una croce può pesare dai 20 ai 50 chili. Ciascun crocifero può anche portarsi la croce a casa come cimelio”.
La tradizione nojana è talmente sentita dalla comunità da avere un solido ricambio generazionale: “I crociferi vanno dai 18 ai 75 anni – rimarca Spagnuolo – quando poi lascia c’è il figlio che prende il suo posto. È una tradizione che viene tramandata di padre in figlio, di generazione in generazione”. I crociferi accompagnano tutte le processioni previste dai riti della Settimana Santa di Noicattaro, dove si contano circa 400 partecipanti in totale.
Il Venerdì Santo, a partire dalle ore 20.00, i portatori della croce accompagneranno la “Naca”: il corpo di Gesù Morto custodito all’interno di un sudario che richiama una culla (la nache in dialetto della Terra di Bari).
Alle 2.00 di notte tra il Venerdì e Sabato Santo il paese totalmente al buio osserverà la processione della Madonna Addolorata accompagnata da 33 crociferi, uno per ogni anno di Cristo. Ultimo appuntamento del Sabato Santo alle 14.00 con la processione dei Misteri a partire dalla chiesa della Madonna della Lama.
Chiude le festività pasquali una particolarissima e rarissima tradizione che prevede i festeggiamenti in onore della Madonna Incoronata venerata in una chiesetta rupestre in contrada Incoronata. I nojani aggiungono al periodo pasquale il martedì, 19 aprile, per raccogliersi e ritrovarsi in poderi e case coloniche. Ciò annovera Noicattaro tra i sette Comuni d’Italia che vivono questa tradizione.
Tutte le celebrazioni osserveranno le vigenti norme di sicurezza, nello specifico l’ingresso dei fedeli lungo il percorso verrà contingentato, con obbligo di mascherine FFP2 così come accadrà con i portatori.