Il ‘rumore’ del cabaret dà fastidio, al Noise arrivano i vigili. Lo sfogo del titolare: “Impossibile lavorare”

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“Ieri ero molto arrabbiato, oggi sono deluso e svilito. Lavorare così diventa improponibile. Facciamo mille sforzi per rimanere a galla, proviamo a inventarci eventi proponendo cose nuove, ma a qualcuno sembra dare fastidio”. Lo sfogo, raccolto da Telebari, è di Antonio Marzio: titolare del Noise, noto drink pub e contenitore culturale in viale Salandra a Bari. Ieri sera all’interno del suo locale era in programma un’esibizione dei giovani comici di Stand Apulia. Una stand up comedy, nello specifico: spettacolo in cui il comico di turno si esibisce in piedi davanti a un pubblico, in modalità fortemente informale.

Il ‘rumore’ prodotto dal cabaret, però, ha infastidito il vicinato e intorno alle 23, all’ingresso del locale, si è presentata la Polizia Locale “chiamata da qualcuno a cui dava fastidio il ridere della gente e la voce di chi parlava al microfono, mi hanno spiegato gli agenti”, racconta Antonio. “Io ero sulla porta per controllare i green pass – prosegue -. Ho cercato di capire quale fosse il problema e quando mi hanno detto del rumore quasi non ci volevo credere. Dal rumore poi, la loro attenzione si è spostata altrove. Hanno iniziato a contestarmi l’assembramento fuori dal locale, secondo loro di mia responsabilità, e il numero delle persone all’interno del locale”.

Un locale di circa 40 metri quadri in cui, stando a quanto sostenuto dagli agenti, c’era troppa gente. “Quindici o venti persone, tutte con la mascherina perché quando abbiamo eventi del genere chiediamo a tutti di indossarla – specifica Antonio -. Nonostante questo, gli agenti hanno continuato a sostenere la loro tesi. A questo punto, sbagliando, di fronte a un’intransigenza che ho ritenuto essere davvero eccessiva, ho perso la calma. Alzando la voce, ho ricordato loro la crisi dettata dalla pandemia e le difficoltà che un’attività come la nostra è stata costretta ad affrontare. Niente da fare. La mia reazione è stata definita ‘incontrollabile’, quasi mi arrestavano. E dopo qualche minuto hanno iniziato a stilare un verbale”.

Antonio, a riguardo, ha scritto anche un post su Facebook. Arrivano e “ti contestano cose che, davanti ad eventi come il raduno in massa per la promozione della nostra amata squadra cittadina o il trenino musicale di alcuni amici in giacca e cravatta a Capodanno, sembrano un chicco di sabbia nel deserto – scrive – verbalizzando con aria di onnipotenza, robe ancora non quantificate”. Il locale, in ogni caso, è stato costretto a chiudere in anticipo e “quella che doveva essere una serata all’insegna del ridere, una stand up comedy e non un live di musica elettronica”, sottolinea il titolare, è finita in anticipo. E quasi in manette.

“Annulleremo tutti gli eventi che erano in calendario – annuncia Antonio –, sia quelli musicali sia gli altri. Più che altro per evitare che davvero finisca in gattabuia, arrestato. Avevamo in programma tante cose, in questi giorni anche un talk di psicologia, ma se devono arrivare i vigili e dirmi che non posso ospitare 20 persone con la mascherina, se poi non posso neanche invitare queste persone a stare fuori perché la responsabilità è comunque mia, allora è inutile pure pensare di organizzare qualcosa”.

“Ognuno fa il proprio lavoro, magari norme alla mano la Polizia Locale aveva anche ragione, ma credo che dopo quello che abbiamo passato col Covid, da un punto di vista imprenditoriale dico, un minimo di tolleranza, un briciolo di umanità, non guasti – conclude il titolare -. Quando eravamo in zona arancione, pur potendo aprire, ho preferito star chiuso per non mettere a rischio la salute di nessuno. In primis dei miei familiari. Non sono uno che se ne frega. Oggi lavoro con tutte le precauzioni del caso e onestamente non ho alcuna intenzione di condividere le mie giornate di lavoro, i miei incassi, con il Comune di Bari. Sono stanco”.


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