Pasti in ospedale, l’indagine della Asl di Bari: “Il 90% dei degenti gradisce”

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“Quasi l’89% dei degenti consuma e gradisce il pasto”. Lo dice la Asl di Bari rendendo noto il risultato di un’indagine condotta su 1.000 pazienti, tra il 22 e il 28 novembre scorsi, che mette a verbale solo l’11,5% di pasti non consumati rispetto al 30% della media nazionale. Il più ampio monitoraggio sul servizio di Ristorazione ospedaliera della Asl, poi, mette in luce altri numeri importanti: tra il primo febbraio 2021 e il 15 aprile 2022, lasso di tempo di 438 giorni, sono stati somministrati oltre 610mila pasti, tra pranzo e cena, per una media giornaliera di 1.394 somministrazioni.

“La catena dei controlli verifica ogni singolo passaggio – commenta Pia Paciello, direttrice dall’Area Gestione del Patrimonio –  dalla preparazione del pasto sino alla consegna in reparto, in coerenza con le linee di indirizzo regionali sulla ristorazione. Con la giusta flessibilità che è risultata fondamentale nel periodo di pandemia, quando è stata avviata la nuova modalità, adottando a seconda delle necessità e delle situazioni – si pensi ai reparti Covid – i contenitori monouso in materiale biodegradabile e compostabile oppure le stoviglie in ceramica e la posateria”.

Il servizio attuale consta di undici punti di erogazione per altrettante strutture di ricovero, comprendenti sette presidi ospedalieri (Monopoli, Di Venere, San Paolo, Putignano, Altamura, Corato e Molfetta), i Presidi Post Acuzie di Terlizzi e Triggiano, Grumo e l’Hospice di Monopoli. “Gli obiettivi del servizio sono molteplici – spiega Annalisa Altomare, direttrice dell’esecuzione del contratto – e poggiano sul binomio controlli-ascolto, da un lato per offrire al paziente ricoverato un’alimentazione sana ed equilibrata, grazie all’attenta supervisione dei servizi di Dietetica della Asl, dall’altro per garantire il rispetto dei parametri di qualità previsti per legge, senza tuttavia tralasciare aspetti fondamentali come il gradimento e la soddisfazione”.

Per questo è stata condotta un’indagine tra il 22 e il 28 novembre scorsi, con un’intervista sottoposta a mille degenti ricoverati in tutte le unità operative. Due i principali criteri di valutazione: la qualità percepita dei pasti e le quantità di cibo non consumate. “Il giudizio emerso – rileva la dott.ssa Altomare – è complessivamente positivo ed è confermato da una bassa percentuale di pasti non consumati”. Quasi l’89% di pasti consumati e solo l’11,5% di scarto alimentare, infatti, è un dato particolarmente lusinghiero, soprattutto se confrontato con la percentuale nazionale attestata al 30%.


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