#Barifutura, divulgazione scientifica e birra si incontrano al pub: il progetto Pint of Science

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Poche cose uniscono davvero tutti e una di questa è la birra. Bionda, scura, rossa, doppio malto e persino quella analcolica, tutti abbiamo una birra che preferiamo e riunirsi per berla è un momento di socialità a cui è difficile rinunciare. Lo sanno bene gli ideatori di Pint of Science, che hanno preso dei momenti di divulgazione scientifica togliendoli dalle polverose aule universitarie per portali nei pub.

La Taverna del Maltese, il Factory, l’Hop, lo Stuart, Canarute e Terra di Mezzo sono diventi anche quest’anno per tre sere luogo di discussione di biologia, analisi dati, chimica, fisica, neuroscienze e molto altro. Così, tra una birra e una chiacchera con gli amici c’è l’occasione di imparare qualcosa di nuovo con leggerezza.

Ma cos’è Pint of Science e come nasce? A rispondermi è Roberta Sergio, una delle due coordinatrici di PoS Bari, attualmente impegnata nella vita di tutti i giorni come farmacista. Proprio grazie a loro Bari oggi è una delle città in Italia con più eventi di PoS. “Pint of Science è una manifestazione internazionale di divulgazione scientifica nata nel Regno Unito nel 2012, che si tiene in 26 paesi del mondo e 23 città italiane e dal 2017 anche a Bari. Le persone che lo organizzano sono tutti volontari, studenti, dottorandi, lavoratori e appassionati di ricerca”.

Viene naturale chiedersi come reagiscano professori universitari davanti alla richiesta di tenere una lezione in un pub e come reagiscono i pub davanti a questa proposta di intrattenimento quanto meno ‘insolita’. “I relatori si son dimostrati, sin dalla prima edizione, incuriositi dalla proposta di parlare della loro ricerca a un pubblico non solo universitario, davanti a una birra e hanno accettato con entusiasmo. Per quanto riguarda i pub, i locali che ci hanno ospitato in questi anni hanno creduto e credono molto nella nostra iniziativa e ci hanno supportati con tutti gli strumenti che avevano a disposizione. Altri non si sono dimostrati interessati all’evento, avendo altre priorità”.

Si pensa che la gente la sera voglia pensare a divertirsi, non alla fisica o alla chimica. Che reazione avete alle vostre serate? “Le tematiche trattate sono sempre risultate interessanti e attuali. Io in primis ho iniziato questo percorso da volontaria e vedere realizzare in un pub un solvente green (sostenibile dal punto di vista ambientale) mi ha affascinata tanto da scegliere la tematica come argomento di tesi. La partecipazione che c’è stata in queste serate credo sia un indice del coinvolgimento che genera l’evento. È bello vedere gente esterna al mondo universitario interessarsi alle tematiche trattate e rimanerne affascinata”.

Insieme ad Alessia Lacasella ti occupi di coordinare tutte le serate, ben diciotto quest’anno! Perché hai deciso di occuparti di divulgazione scientifica? “La divulgazione è piombata nella mia vita grazie a delle amiche che partecipavano al festival di divulgazione scientifica a Genova. Con loro è nata l’idea di organizzare l’evento del Pint anche a Bari perché crediamo nel valore della ricerca che molto spesso è sottovalutata e non adeguatamente finanziata. Riteniamo che debba risultare comprensibile per tutti perché è la nostra unica arma per combattere la disinformazione. Grazie al Pint mi sono interfacciata con tante esperienze e storie diverse dalla mia e ho avuto la possibilità di conoscere nuove realtà e di pormi nuove domande. Questo permette di aprire gli occhi e soprattutto la mente”.

Quali sono le opportunità sul nostro territorio per chi fa ricerca e innovazione? “Sul territorio sono presenti realtà pubbliche e private che consentono di fare ricerca di qualità, ma la gran parte di ricercatrici e ricercatori sono purtroppo precari, speriamo per poco tempo ancora. Per quanto riguarda la divulgazione, sono attive sul territorio diverse realtà che la promuovono, ma il riconoscimento del ruolo del divulgatore e dell’importanza della sua attività, è un processo che richiede ancora tempo”.

Che consiglio vuoi dare a chi vuole impegnarsi nella ricerca e nella divulgazione qui su Bari e in Puglia? “Il consiglio è quello di credere nel loro progetto e di perseguirlo, nonostante le difficoltà che si possano riscontrare. Non è sicuramente un’impresa facile, ma siamo giovani, testardi e curiosi e questo è un buon punto di partenza!”


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