Odissea sul Bari-Roma, treno fermo 5 ore al buio ‘nel nulla’. Il racconto: “Situazione surreale”

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Più di 5 ore fermi tra le campagne di Orsara di Puglia, metà delle quali passate al buio, per via di un “inconveniente tecnico alla linea elettrica di alimentazione dei treni” sulla Caserta-Foggia certificato anche dal servizio infomobilità di RFI. A raccontare l’odissea vissuta lunedì sull’Italo 8140 partito da Bari e diretto a Roma è Alice Scolamacchia, 48enne barese ormai da anni nella Capitale per lavoro. Una disavventura iniziata intorno alle 19.30 e finita a notte fonda, resa ancora più difficile da un contesto di passeggeri assai poco collaborativi. Per usare un eufemismo.

“Sono partita da Bari alle 17.50, il treno si è bloccato un’oretta e mezza più tardi ed è rimasto fermo più o meno fino all’una: l’arrivo a Roma era previsto alle 22.15, sono arrivata dopo le 3 – spiega Alice -. Un problema elettrico sulla tutta la linea, ci hanno detto. Tant’è che accanto a noi era fermo anche un convoglio Trenitalia che viaggiava nella direzione opposta. La luce all’inizio c’era, ma poi è andata via e per lunghi intervalli di tempo siamo rimasti completamente al buio. Il personale è stato molto disponibile, ha distribuito acqua e snack, ma molti passeggeri hanno comunque perso la testa”.

E qui la denuncia rispetto al disservizio vira inevitabilmente su una questione sociale. “Il disagio lo abbiamo avvertito tutti, naturalmente – specifica Alice – ma scagliarsi contro due povere lavoratrici come ha fatto qualcuno non credo sia corretto. C’è chi voleva scendere a tutti i costi per poi farsi venire a prendere da amici e parenti, ma eravamo davvero in aperta campagna: una soluzione impraticabile. Minacciando di rompere i vetri, un gruppo è riuscito a farsi aprire una porta. Ho assistito a telefonate disperate: ‘stiamo morendo’, gridavano. Un’esagerazione fuori da ogni logica”.

“Come illogico, almeno secondo me, è stato il comportamento di chi per tutta la durata dello stop forzato non ha indossato la mascherina in uno spazio chiuso e senza areazione – prosegue -. Una ragazza continuava a fare video, minacciando di inviarli a Striscia la Notizia. Un’altra ha chiamato Polizia e Protezione Civile. In tanti hanno iniziato a fare l’elenco di politici a cui avrebbero riferito quanto stava accadendo. Quasi nessuno ha mantenuto la calma e in queste situazioni è la cosa peggiore che possa capitare. Personalmente, ho alzato i toni solo in una circostanza, ma non nei confronti del personale del treno. Contro dei ragazzi, che ad un certo punto hanno pensato bene di iniziare a fumare”.

Un grave disagio, quindi, in combo con l’arroganza e la maleducazione di molti compagni di viaggio. “Non una novità, se devo essere sincera – conclude Alice -. Sono a Roma dal 2003 e viaggio molto, col treno in modo particolare. Questa è stata una situazione ovviamente particolare e surreale, ma di persone che non rispettano il prossimo, dai chi lavora a chi viaggia insieme a loro, ne ho sempre incontrate parecchie. Negli anni ne ho viste di tutti i colori. Col Covid poi, tra anti mascherine e no green pass, non ne parliamo. Restare bloccati al buio per ore non è bello per nessuno, ma un guasto può capitare e se viaggi lo sai. Alzare i toni e creare panico, però, non serve a nulla”.


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