Bari, polemica a scuola: “Imposto l’acquisto dell’iPad, altrimenti cambiate istituto”. Ma la preside si difende

Convidi

Il modulo della discordia è stato consegnato durante l’incontro con i genitori. Si è reso “indefettibile” l’uso dell’iPad esclusivo a carico della famiglia – il cuore del messaggio distribuito dalla scuola – e il diniego comporterà “la necessità di proseguire il percorso scolastico del proprio figlio presso altro istituto”. Nel comprensivo Mazzini Modugno di Bari scoppia la polemica sull’acquisto (obbligatorio) di iPad a carico degli iscritti: a sollevare il caso sono alcune mamme e papà che hanno contattato Telebari, in disaccordo con la scelta della scuola di “imporre – spiegano – una spesa considerevole per tutti, soprattutto trattandosi di scuola pubblica”. La preside, però, non ci sta. E ricorda come “tutti i genitori siano stati informati della novità sin dall’atto dell’iscrizione”.

Il caso è stato sollevato dopo gli incontri scuola-famiglia organizzati dall’istituto di via Suppa. Durante il confronto con i docenti, ai genitori è stato distribuito un modulo da sottoscrivere, per dichiarare “di essere a conoscenza sin dal momento dell’iscrizione che lo stesso istituto ha adottato un piano di studio ove i dispositivi elettronici sono parte fondamentale dell’offerta formativa”, si legge nel testo. E ancora. “Si è reso indefettibile garantire l’utilizzo esclusivo del dispositivo elettronico a fini didattici, al termine di due anni in cui si è tentato di tutelare l’utilizzo promiscuo – spiega il documento – L’eventuale e libero diniego a tale autorizzazione comporterà la necessità di proseguire il percorso scolastico del proprio figlio presso altro istituto”.

La chiosa ha sollevato non poche perplessità, soprattutto perché – spiegano a Telebari i genitori – “stiamo parlando di una scuola pubblica e molti di noi saranno costretti ad acquistare un nuovo dispositivo elettronico iPad, perché quello che abbiamo a casa non è compatibile con gli strumenti utilizzati per le classi digitali”. A supporto del ragionamento, i genitori mostrano la convenzione della scuola con un’azienda che garantisce manutenzione e installazione dei programmi necessari, con una spesa “non sostenibile da tutti”, da 400 a 700 euro.

La preside Maria Dentamaro, però, non ci sta e difende la scelta del comprensivo (“approvata dal Consiglio di istituto e dal Collegio dei docenti”). “Dal 2015/2016 esiste un Piano nazionale per la Scuola digitale oltre alla Legge 107, e il ministero impone un curriculum digitale – spiega – abolendo la distinzione tra classi digitali e classi tradizionali. Tutti i nostri docenti hanno fatto 120 ore di formazione e sono ora Apple Teacher”. La preside Dentamaro cita l’Azione 6 del Piano, il cui slogan recita “Bring Your Own Device”, tradotto “Porta il tuo dispositivo”. “Se il ministero ci desse i soldi per comprare device per tutti, saremmo ben lieti di farlo – la preside prova a spegnere la polemica sul nascere – purtroppo così non è. Sarà pubblicato un bando per consentire alle famiglie con Isee basso di ricevere il tablet in comodato d’uso, ma per il resto non possiamo frenare l’innovazione a causa di una resistenza tutta italiana alla scuola digitale”. Infine il consiglio ai genitori. “Invece che acquistare il cellulare di ultima generazione ai vostri figli per giocarci, fate un investimento sull’iPad che durerà per tutto il ciclo scolastico”.


Convidi