Una persona buona, “sempre pronto a difendere i suoi amici dalle ingiustizie”. Sono ancora sconvolti i volontari dell’associazione Incontra, che ieri mattina sono arrivati in piazza Balenzano per aprire il Caffè letterario pochi minuti dopo l’accoltellamento di un senza fissa dimora. Nicola – questo il nome dell’uomo accoltellato – è ora ricoverato al Policlinico di Bari in condizioni non facili: l’aggressione (pare alle spalle) gli ha perforato un polmone e creato una serie di complicazioni, secondo quanto raccontato dai medici ai volontari dell’associazione, che da anni aiuta le persone fragili che vivono per strada.
I volontari – ancora sotto shock – provano a ricostruire quanto accaduto, raccogliendo le testimonianze dei presenti e gli ultimi ricordi di Nicola, prima che perdesse i sensi. “Come ogni mattina, ci aspettavamo di trovare Nicola e gli altri per caffè e cornetto – racconta Michele Tataranni, presidente di Incontra – Era la giornata di apertura del Caffè letterario e del nuovo Food Truck, quindi abbiamo tardato un po’. Di questo mi dispiace, perché non è un caso che alla presenza dei volontari certi episodi non succedano”. Il Caffè letterario è ora chiuso per rispetto di Nicola e per tutelare i frequentatori dei locali di Incontra: riaprirà tra giovedì e lunedì, quando – si spera – si sarà anche chiarita la dinamica dell’accoltellamento, e l’identità del (presunto) aggressore.
“I presenti ci hanno raccontato che ieri intorno alle 9.30 Nicola era seduto sulle panchine, sotto la capannina dove noi distribuiamo la cena – ricostruisce Michele – Pare si fosse alzato per andare nella fontanella vicina al parcheggio del mercato coperto, quando una persona alle spalle lo ha accoltellato”. Nicola (47 anni) è riuscito a scappare e cercare protezione, prima di accasciarsi ed essere trasportato d’urgenza in ospedale.
Sulle ragioni alla base del gesto, i volontari non hanno dubbi. “Non è una questione di criminalità – ripetono – Nicola è una persona che aiuta gli stessi volontari quando c’è da dispensare la cena o pulire. Sempre disponibile verso gli altri senza dimora, sempre intervenuto a difesa suoi amici, delle donne, dei più deboli”. Forse proprio la sua attitudine lo avrebbe portato a prendere le parti di qualcuno in una discussione, “e magari questo avrebbe scatenato la voglia di vendetta da parte dell’accoltellatore”, ipotizza Michele. Un fatto privato, dunque, potrebbe essere la ragione che ha scatenato la furia aggressiva, “di un soggetto che poteva essere ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”.
Saranno le indagini della polizia a chiarire la dinamica e il movente dell’accoltellamento. “Ci spiace molto – confessa Michele – perché ogni giorno proviamo a insegnare il senso civico, l’importanza della collaborazione, la necessità di essere famiglia. È evidente, però, che oltre alla nostra azione, la vita di strada è dura: una considerazione che ci rattrista e che ci conferma che c’è ancora tanto da fare, nonostante i passi avanti compiuti negli anni”.