Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è dimesso. “Prima di tutto grazie”, ha detto durante un breve intervento nell’Aula della Camera, accolto da una lunga standing ovation del centrosinistra e del Governo. Immobili, invece, il centrodestra e i M5S. “Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato chiedo di sospendere la seduta per recarmi dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni – ha detto Draghi, quasi commosso, dopo l’applauso -. Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo”, ha concluso, sorridendo.
Poi, dal Quirinale, sono arrivate le parole del segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti. “Il presidente Sergio Mattarella ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri professor Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica ne ha preso atto, il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”. Mattarella, nel pomeriggio, riceverà i presidenti delle due Camere. Casellati salirà al Quirinale alle 16.30, Fico alle 17.
Poco prima di mezzogiorno, è arrivato il commento del presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano. “Ieri purtroppo l’hanno fatta gigantesca tutti quanti – ha detto -, hanno fatto un pasticcio enorme e hanno messo nelle condizioni il Governo e il presidente Draghi di doversi dimettere, in un momento in cui c’erano troppe partite aperte per poter interrompere l’attività di Governo. Da destra a sinistra – ha proseguito Emiliano – tutti hanno fatto un atto da campagna elettorale, non legato alle necessità del Paese, ma alla necessità di avere qualche deputato in più nel prossimo Parlamento, quindi li giudicherete sulla base delle loro finalità”.
“Immagino che il presidente della Repubblica sia molto arrabbiato, come tutti gli italiani. Se l’Italia nella formula dell’unità nazionale, fosse stata servita con maggiore generosità dalle forze politiche – ha continuato Emiliano -, anche facendo tra loro accordi forse difficili, complicati, innaturali, ma fatti nell’interesse dell’Italia, avrebbero fatto meglio. Hanno ancora tempo, speriamo che nella prossima legislatura non si giochi semplicemente come alle Olimpiadi a chi prende più medaglie ma a chi è in grado alla fine di portare l’Italia fuori dal guaio molto grosso nel quale si trova, essendo il Paese in maggiore difficoltà di tutta l’Unione europea”.
“Oggi il nostro compito – ha concluso il governatore pugliese – è continuare la vita quotidiana, perché ogni italiano la mattina si sveglia, organizza la famiglia, il lavoro, cerca di capire in che maniera ridurre le situazioni di maggiore difficoltà, se qualcuno è malato, se ci sono costi superiori a quelli previsti per far studiare un figlio, moltissimi si svegliano per andare a cercare un lavoro e io di queste persone mi occupo da vent’anni, con tante difficoltà, perché la politica è una grande palude nella quale servono dei Rambo che si acquattano per non farsi vedere dai coccodrilli”.
Infine, il commento del sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. “Ci sono temi come l’attuazione del Pnrr, le risorse energetiche, l’aumento dei costi dell’energia che c’è bisogno di affrontare con un governo stabile. Rispettiamo le scelte che hanno fatto le forze politiche e i gruppi parlamentari, ci rimettiamo alle decisioni del presidente Mattarella – ha detto -. Se si dovesse andare a votare a breve, come sembra, speriamo che ci sia un governo stabile, indipendentemente dal colore politico, che possa interloquire con i sindaci che devono dare attuazione a quelle risorse, anche attraverso ulteriori semplificazioni delle fasi autorizzative, altrimenti non riusciremo a rispettare l’impegno di spendere le risorse entro il 2026”.