San Gioacchino e Sant’Anna, genitori della Vergine Maria, per i cattolici sono due simboli di virtù e rappresentano al meglio la famiglia in senso tradizionale.
A Giovinazzo, nel Nord Barese, da alcuni anni (eccetto durante la pandemia) si rinnova un rito antico: le gestanti ed i nonni vengono benedetti al termine di una messa vespertina che viene celebrata all’aperto, in piazza San Salvatore nel cuore di uno dei borghi antichi più belli di Puglia.
Un segno di croce per ribadire la presenza dello Spirito Santo nella vita delle famiglie che vanno formandosi ed in quella dei più anziani, spesso pilastri a cui quelle stesse famiglie si appoggiano.
Ieri sera, 26 luglio, il rito suggestivo si è ripetuto quando il parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, don Andrea Azzollini, ha tracciato la croce sui pancioni delle partorienti, accompagnate dai loro compagni di vita, ed ha invocato la protezione di San Gioacchino e Sant’Anna anche sui tanti nonni e nonne presenti.
Commozione nell’uno e nell’altro caso, a ribadire la grande fede che ancora oggi si respira nelle comunità medio-piccole e che rappresenta autentico collante sociale.

Messa per nonni e gestanti – Giovinazzo
IL CULTO
Il culto di San Gioacchino e Sant’Anna si è in realtà diffuso tardi “con inizio timido – come ricorda Famiglia Cristiana – intorno al 900-1000, mentre nell’Oriente cristiano già nel VI secolo si avevano manifestazioni liturgiche rilevanti, specialmente in collegamento con le feste mariane quali la Concezione e la Natività. Fu papa Gregorio XII a unificare nel 1584 la loro festa liturgica al 26 luglio. Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia) mentre Gioacchino significa, sempre dall’ebraico, “Dio rende forti”.
A sdoganarne la storia, quella tra un uomo piuttosto in là con gli anni e una donna molto più giovane, fu in realtà il Protovangelo di San Giacomo.
Anna, avendo partorito la Madonna, è soprattutto patrona delle madri di famiglia, delle vedove ed è invocata nei parti difficili o quando si vuole scongiurare la sterilità coniugale. Le partorienti a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare.