“I residenti sono disperati, qui la situazione è fuori controllo”. Inizia così la denuncia di Danilo Cancellaro e Dino Tartarino, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione Sos Città. Siamo in pieno centro a Bari, precisamente sotto il ponte di corso Cavour, dove “tutta l’area compresa tra il liceo scientifico Scacchi e a via Dieta di Bari, vive una condizione di estremo degrado e abbandono, sotto gli occhi delle migliaia di persone che ogni giorno sono costrette ad attraversare quel tratto per via delle famose scale che collegano il centro con via Capruzzi”, dicono da Sos Città.
“I residenti ci contattano disperati per via della situazione che ormai quotidianamente sono costretti a vivere e a sopportare – dicono Cancellaro e Tartarino -. Le problematiche segnalate sono tante: dai rifiuti per strada ai vasconi delle piante trasformate in vere discariche a cielo aperto, dalla puzza tremenda di urina alla presenza di deiezioni, purtroppo non solo canine. La situazione più pericolosa, però, è rappresentata dal brutto giro di tossicodipendenti che, a qualsiasi ora, approfittano della zona un po’ più nascosta per far uso indisturbato di droga. Con l’aggravante di lasciare materiale e siringhe per terra”.
“Quello che più ci indigna è che ci ritroviamo in una delle zone principali della città, dinanzi ad alcuni palazzi che rappresentano anche la storia della nostra Bari – proseguono dall’associazione – come il palazzo che ospita il liceo Scacchi appunto o il palazzo Borracci, proprio ai piedi del ponte. Qui mancano completamente i controlli, manca l’illuminazione del sottoponte e purtroppo mancano anche le istituzioni. Perché non si può non intervenire in questa situazione”.
“Per questo vogliamo lanciare un appello al sindaco Antonio Decaro – concludono – con la speranza che possa prendere a cuore questa segnalazione e cercare di restituire decoro a questo piccolo tratto di città, ma ricco di così tanta storia che meriterebbe di essere meglio valorizzato e meglio curato, non soltanto per il bene dei residenti, giustamente arrabbiati, ma per il bene di tutti i baresi”.