Da giorni la tensione è palpabile, fuori e dentro il Partito democratico. Ora però il sindaco Antonio Decaro esce allo scoperto, con un post durissimo contro il Consiglio regionale, colpevole – secondo il primo cittadino barese – di essersi “garantito dieci buste paga da 10mila euro al mese oltre la fine naturale del mandato”.
All’origine del post Facebook pesantissimo del sindaco Decaro c’è l’approvazione (avvenuta qualche giorno fa) in Consiglio regionale dell’emendamento che fa restare in carica la stessa assemblea anche in caso di dimissioni del presidente Michele Emiliano, per almeno altri nove mesi più 30 giorni. L’emendamento “salva-legislatura” è stato presentato dal consigliere della Lega Giancarlo De Blasi ed è stato approvato con il voto segreto di 37 consiglieri a favore, 9 contrari e due astenuti.
L’emendamento è stato ribattezzato “anti-Decaro”, perché nei fatti rischia di penalizzare il primo cittadino di Bari in una eventuale corsa elettorale come presidente della Regione Puglia. Se Michele Emiliano dovesse decidere di candidarsi al parlamento europeo nel 2024, infatti, i consiglieri regionali potranno restare in carica ancora per altri dieci mesi (invece che decadere, come prevede lo Statuto della Regione Puglia). Lasciando così Decaro fermo ‘al palo’ dalla fine del suo mandato (sempre nel 2024) alle successive elezioni, quasi un anno dopo. I consiglieri regionali vicini a Decaro, Francesco Paolicelli e Donato Metallo, hanno presentato una proposta di legge per abolire l’emendamento.
Ora a passare pesantemente al contrattacco è lo stesso Decaro. “Il mondo è strano – scrive in un post social – Il consiglio regionale pugliese decide di approvare, con una votazione segreta una norma con la quale i consiglieri si garantiscono altri 10 mesi di mandato (e di stipendio) in caso di dimissioni del presidente e di cosa parlano tutti? Del futuro di Decaro. Di cosa farà Decaro. Di cosa succederà a Decaro”.
“Addirittura ho letto da qualche parte che si tratterebbe di legge anti-Decaro – tuona il sindaco – A me francamente più che una legge anti-Decaro sembra una legge anti-decenza. Invece di pensare al futuro di Decaro, qualcuno ha provato a spiegare ai cittadini pugliesi, come sia possibile che in un periodo come questo, di difficoltà per tanti, dei consiglieri di maggioranza e di opposizione si trovino d’accordo nel garantirsi altre dieci buste paga da 10 mila euro ciascuna oltre la fine naturale del loro mandato?”.
Poi la conclusione su quello che è in cantiere per il suo futuro personale e politico. “In quanto al mio futuro, non c’è molto da dire. Ho altri diciotto mesi per fare il sindaco di Bari nell’unico modo che conosco: lavorando con impegno ogni giorno insieme ai cittadini. Perché le cariche pubbliche vanno onorate con disciplina e onore: non sono assicurazioni sulla vita né posti di lavoro a tempo indeterminato. Così come non esistono ruoli predestinati né futuri già scritti. Ieri, passando dalla spiaggia di Pane e Pomodoro, mi è capitato di leggere questa frase: “facit l’amoor non sit facenn la ue’rr”, fate l’amore non fate la guerra. L’ho trovata particolarmente azzeccata per questo mondo strano. E ho sorriso pensando che spesso le risposte alle domande più complesse ce le danno i cittadini, con il loro buonsenso. Ecco, sarà con loro che, a tempo debito, sceglierò cosa fare del mio futuro. E se deciderò di tornare a fare l’ingegnere all’Anas, lo farò col sorriso sulle labbra. Non sarà certo un dramma per nessuno”.