Conversano, città di vescovi, badesse e conti, nasconde ancora molti misteri. Uno fra tutti riguarda un leggendario passaggio segreto che parrebbe partire direttamente dal Castello degli Acquaviva d’Aragona, nel punto più alto della città. Numerosi ancora oggi sono i conversanesi che giurano di aver visto questo misterioso cunicolo che, secondo la leggenda, doveva servire nel XVII secolo a rocambolesche fughe del conte Giangirolamo II in caso di pericolo. Diverse e colorite sono le leggende riguardo al 20° Conte di Conversano detto il “Guercio delle Puglie” e questa, in particolar modo, riguarda un condotto segreto che doveva collegare la residenza nobiliare alle grotte della Chiesa di Santa Maria dell’Isola, all’ingresso della città. Altre versioni vedono il tunnel segreto terminare a Castel Marchione – residenza estiva dei Conti – o ancora collegare la Torre Maestra con la “cugina” normanna di Rutigliano.
Per far luce sulla vicenda e cercare quanto di vero possa esserci in questa leggenda, abbiamo chiesto un consulto presso il Centro Ricerche di Storia ed Arte di Conversano:
“Nella tradizione popolare viene riferita l’esistenza di questo passaggio segreto ma a livello scientifico, tutt’oggi, non è dato nulla a sapere” ci confermano dall’ente di ricerca. “Piccole spie indiziarie sono relative a dei lavori fatti attorno agli anni ’80 allorché nell’attraversamento della strada di via Rutigliano, proprio da parte dell’ingegnere comunale Antonio Manghisi, fu rinvenuto nello scavo un cunicolo che proveniva dal paese in direzione proprio di S.M. dell’Isola.”
Nell’attraversamento di via Rutigliano, per portare acqua e fogna a villa Aurelia, l’ingegnere Manghisi “si imbatté in questo cunicolo tant’è che un operaio vi cadde dentro” continua il referente dal Centro Ricerche. Questa testimonianza risale a circa 10 anni dopo il fatto accaduto “confermato personalmente dall’ingegnere alla presenza di altre 10 persone” l’operaio fu ripescato riportando solo graffi, fu richiuso con una soletta di cemento. Da allora non si seppe più nulla dal condotto di via Rutigliano ma le ricerche non finirono lì.
Nel 1995 dal Centro Ricerche di Conversano porta alla luce un accesso sotterraneo. Oggi, all’ingresso di Villa Garibaldi e protetto da una vetrata, è visibile un portale segnato sull’informativa come ‘probabile’ porta della città. La scoperta è avvenuta durante i lavori di restauro dell’ex convento di San Giuseppe. Solo successivamente sono state effettuate delle strisciate georadar che hanno evidenziato, tra l’altro, la presenza di strutture sepolte che potrebbero attribuirsi alle mura megalitiche da cui è cinto il nucleo antico di Conversano.
Grazie all’impegno congiunto del Centro Ricerche di Conversano e dell’attuale presidente Archeo Club “Italo Rizzi” di Bari, il geologo Antonino Greco, è stata eseguita una mappatura al georadar alla ricerca di cavità artificiali e strutture sepolte in parte del centro storico di Conversano. Ai rilievi seguono vere e proprie spedizioni sotterranee da parte di una equipe specializzata del Gruppo Puglia Grotte, diretta dall’archeologo subacqueo Gianfranco Ruffo: “Non è che si cercasse specificatamente il passaggio segreto – ci spiega l’archeologo – ma visto che avevamo questa opportunità del tutto gratuita di ottenere una conferma, perché non cercare anche quello? Siamo scesi sotto un passaggio che parte dall’ex convento di San Giuseppe, lato villa Garibaldi e lì sotto c’è tutt’oggi una porticina con una scalinata in ferro che scende e porta ad un cunicolo. La struttura architettonica di questo cunicolo è simile a quella degli acquedotti di età romana con volta a ‘cappuccina’ e utilizzato successivamente per il deflusso delle acque meteoriche. Erroneamente viene detto che questo cunicolo – ho sentito dire a Conversano – va verso S.M. dell’Isola ma in realtà parte da San Giuseppe, prosegue per una decina di metri in direzione dell’Isola ma ad un certo punto devia verso via Golgota. Dico questo perché ci siamo avventurati in questo spazio sotterraneo per una trentina di metri, attraversato tutta Villa Garibaldi e ad un certo punto abbiamo sentito il rumore delle autovetture che ci passavano sopra ed un odore di benzina molto forte. La controprova l’abbiamo avuta versando dell’acqua mista a colorante che sbucò in via Golgota. Che questa potesse essere una testimonianza della presenza del fantomatico passaggio, può darsi, oppure no, non abbiamo altre prove strumentali che ci permettono di identificarlo con certezza. L’unica cosa certa attualmente è la sua modifica nei lavori di realizzazione della villa Garibaldi”.
L’archeologo Gianfranco Ruffo si dice scettico anche sulla possibilità di un’uscita del leggendario passaggio segreto all’interno dell’ipogeo nel Convento di Santa Maria dell’Isola: “Noi scendemmo anche nella grotta dell’Isola ma quello è un inghiottitoio quindi che fosse un punto di arrivo del passaggio segreto io lo escluderei totalmente; è un inghiottitoio naturale quindi per conformazione era semplicemente un punto di raccolta dell’acqua”.
Stando ai dati attuali, quello del passaggio segreto del Conte Giangirolamo II sembrerebbe una semplice leggenda metropolitana ma l’archeologo Ruffo non si perde d’animo lanciando un appello: “Sarebbe auspicabile una prosecuzione delle ricerche soprattutto con i nuovi mezzi e rifare le strisciate georadar con le attuali strumentazioni più precise. È una ricerca che purtroppo ha dei costi. C’è tanto sottoterra. È una parte poco indagata. C’è una Conversano sommersa di cui sappiamo poco”.