Nella foto simbolo della battaglia la consigliera è di spalle, e cammina verso l’ingresso del Consiglio regionale. Non è sola: nel palazzo di vetro, mano nella mano, entra anche il suo bambino di due anni. “Mio figlio vive la politica da quando è in pancia, visto che sono stata assessora al Comune di Mola fino agli ultimi giorni di gravidanza – sorride Lucia Parchitelli – Poi ho affrontato la campagna elettorale quando il bimbo aveva appena quattro mesi: potete immaginare quanto sia stato impegnativo”. Ora che Lucia Parchitelli siede in Consiglio regionale tra le fila del Partito Democratico, la battaglia per legiferare a favore della conciliazione vita-lavoro delle donne è cruciale, e passa anche dalla condizione delle mamme con ruoli politici e istituzionali. Lucia Parchitelli non è l’unica neomamma in via Gentile: da poco il fiocco rosa è arrivato anche per Antonella Laricchia, consigliera pentastellata.
“Per esempio, ho scoperto da poco che esiste un progetto per costruire un asilo nido nel Consiglio regionale di via Gentile, aperto però a tutta la città su modello di quello dell’Università – racconta – Progetto finito nel cassetto e sparito dall’agenda, che ho chiesto di recuperare e ridiscutere. Mio figlio intanto crescerà, ma sarà una grande conquista per le colleghe che verranno dopo di me”. Oltre le quote rosa, la strada per garantire pari condizioni di accesso alle professioni, alle carriere e anche alla politica delle donne è ancora lunga. “E passa da grandi obiettivi ma anche piccoli, significativi passi – spiega Lucia Parchitelli – Quando mio figlio ha avuto il Covid, solo per raccontare un episodio, la mia assenza dall’attività consiliare in presenza non era giustificata. Questo è assurdo, ed è emblematico di come il sistema non sia organizzato per aiutare le mamme a vivere serenamente la loro condizione di lavoratrici”.
La pandemia, in questo senso, ha lasciato un’eredità importante. “Ha fatto capire a tutti che è possibile lavorare da remoto garantendo impegno e qualità, potendo alternare attività in presenza e a distanza – riflette Lucia Parchitelli – Credo che sia una conquista che non dobbiamo perdere, perché permette a molte mamme di essere presenti soprattutto nei primi mesi di vita e nei momenti di difficoltà”. Il pensiero corre alle fatiche dell’allattamento, quando si deve scappare in ufficio tra una poppata e l’altra. “Ricordo con affanno il tiralatte elettrico in valigia – confessa – Non certo uno strumento che fa vivere la maternità con serenità”. E poi c’è il capitolo (critico) sugli asili nido. “In Puglia abbiamo a disposizione i buoni servizio che sostengono il pagamento delle rette, un’iniziativa eccellente – commenta – peccato che in molti Comuni non esistono sufficienti nidi o posti disponibili per coprire il bisogno reale, e tocca affidarsi alla buona volontà dei nonni o delle tate, per chi può permettersele”. La posizione di Lucia Parchitelli è, inevitabilmente, ‘privilegiata’. “Io ora posso legiferare sul tema, e questo è già il mio impegno – garantisce – Molti Comuni andranno al voto per le amministrative: sarebbe bello se i candidati inserissero subito l’Agenda di genere nei loro programmi elettorali”.