Bari, chiude il Mercatino di Maya. “Con il virus troppa paura dell’usato per bambini”

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Gli ultimi post che annunciano il “fuori tutto” sono di fine dicembre, e colgono ancora di sorpresa i clienti più affezionati. “Per anni ho provato a fare comprendere ai baresi l’importanza dell’usato per bambini – racconta oggi Michele Ranieri, impegnato a tempo come operatore ecologico – Poi, però, il Covid e la paura del virus hanno fatto crollare gli affari, già non facili, e sono stato costretto a chiudere”.

Il sorriso di Michele è conosciuto a tanti genitori (o futuri genitori) baresi. Per otto anni il giovane commerciante ha immaginato, aperto e tenuto in vita “Il Mercatino di Maya”, fornitissimo negozio di usato per bambini. “Abbiamo inaugurato la prima sede di via Crispi nel 2013 – ricorda – poi ci siamo trasferiti in via Brigata dal 2016 al 2021, quando sono stato costretto a chiudere”. L’amore di Michele per i più piccoli è stato ispirazione per l’avvio dell’attività. “Adoravo quel lavoro – assicura – Vendevamo mobili, accessori, attrezzature, giocattoli, tutto ciò che può servire alle famiglie per risparmiare”.

Creare un giro di clienti fidati sull’usato non è stata impresa semplice. “Ho dovuto fare una vera formazione – confessa Michele – perché c’era molta diffidenza, grande timore, con l’idea che usato è sinonimo di sporco”. All’inizio quasi tutti si affacciavano in negozio per vendere, poi si è diffusa la voce che gli standard di qualità e igiene richiesti fossero alti, e dunque i clienti sono aumentati. “Nonostante ciò, non ho mai fatto affari d’oro, mi garantivo un minimo da vivere – ammette Michele – soprattutto perché non esiste una tassazione adeguata o incentivi per i negozi dell’usato, costretti a pagare l’Iva al 22 per cento come tutti, e senza diritto ad alcuno sconto per esempio sulla tassa sui rifiuti, nonostante il nostro ruolo sia quello di abbattere la produzione degli scarti, invogliando al riuso e riciclo”.

Il lavoro si è sempre concentrato sui secondi figli. “I baresi per il primo figlio non vogliono sentire parlare di seconda mano”, garantisce Michele, convinto che il mercato dell’usato sugli oggetti per bambini sia fermo completamente, anche nel mondo virtuale delle popolari App per cellulari. La pandemia Covid ha dato il colpo finale. “Sono tutti terrorizzati all’idea di acquistare qualcosa che arrivi da altre famiglie, e dunque possa essere in qualche modo contaminato – spiega l’ex titolare del Mercatino di Maya – Le vendite sono crollate dell’80 per cento, e non abbiamo avuto scelta”. Tanti i messaggi di clienti dispiaciuti, qualcuno si è anche proposto di finanziare la riapertura con fondi propri. “Non è il momento giusto”, è il dispiacere di Michele, che (per fortuna) fino a maggio lavorerà per un’agenzia come operatore ecologico.


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