La ricerca ha bisogno di cultura, convivialità e inclusione: parola di Gianluigi de Gennaro. “I giovani sono il nostro sangue, la risorsa più grande della nostra terra, più del mare, del vento e del sole”. E’ la consapevolezza da cui parte la riflessione di Gianluigi de Gennaro, ricercatore, docente di Chimica ambientale all’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, presidente del centro d’eccellenza per l’Innovazione e la Creatività, presidente del Centro Regionale di Breath Analysis (CeRBA) e coordinatore del BALAB, contamination lab dell’Università di Bari.
La sua attività di ricerca scientifica è centrata sullo studio della chimica dell’atmosfera e dei fenomeni che inficiano la qualità dell’aria indoor e outdoor, sull’analisi dell’espirato umano per la diagnosi di patologie croniche e sulla valutazione della sostenibilità ambientale. I suoi studi sono stati un contributo rilevante per casi come l’Ilva di Taranto. Le ultime ricerche riguardano le strategie per l’innovazione energetica e il rapporto tra inquinamento e tumori.
Pluripremiato per la sua carriera brillante, de Gennaro lancia dai microfoni di Telebari un appello ai giovani, in un momento di grande fermento del mercato del lavoro e della ricerca. “Io penso che sia bello viaggiare per scoprire il mondo e appassionarsi a più cose – afferma – ma in realtà penso non ci sia niente di più bello che realizzare i propri sogni nella terra in cui questi sono nati e cresciuti”. Perché i sogni non sono mai un motivo per cui vergognarsi, ma un distintivo di cui andare fieri. “Abbiamo bisogno di persone che portino avanti la cultura nel nostro territorio – riflette il ricercatore molfettese – che siano pronte a farla evolvere e a lanciare nuove sfide con un pensiero sostenibile”.
Il ricercatore nutre la convinzione che ogni individuo sia un essere unico, che può apportare al sistema un contributo irripetibile, che la Puglia non può lasciarsi sfuggire. La sua concezione è quella di ricerca come vaso vuoto da riempire con l’energia di chi ci mette il cuore. “A tutti i giovani voglio dire di far valere la propria voce – continua – e di gridare più forte quando non si sentono ascoltati”.
Il professore de Gennaro è anche cosciente dell’esistenza di molte sfide che non possono essere superate rimanendo nel nostro territorio, ma che hanno bisogno di essere affrontate con la cultura tipica della Puglia. “La ricerca ha bisogno di quella cultura della convivialità e dell’inclusione a cui siamo abituati per natura – conclude de Gennaro – non dobbiamo perdere la capacità di generare idee e di creare progetti, perché abbiamo l’occasione di costruire qui il posto più bello del mondo”.
Se te la sei persa, leggi a questo link la storia di Angelo, che dopo venti anni è tornato a Bari a lavorare.